Roma, 28 agosto 2025
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Digiuno dei sanitari «contro il genocidio a Gaza»: protesta al Policlinico Tor Vergata

Medici e infermieri chiedono lo stop alle armi a Israele e sostegno al boicottaggio di Teva

di Giacomo ZitoULTIMO AGGIORNAMENTO 6 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

Camici bianchi e cartelli davanti al Policlinico Tor Vergata per la Giornata nazionale di digiuno contro il genocidio a Gaza. Anche nella Capitale, come in decine di altre città italiane, operatori sanitari hanno scelto di rinunciare al pranzo per testimoniare solidarietà al popolo palestinese e denunciare l’immobilismo della politica internazionale.

«Non possiamo restare in silenzio di fronte ai bambini che muoiono di fame e sotto le bombe – spiega Simona, referente della rete Sanitari per Gaza di Roma –. Da mesi assistiamo a un’emergenza umanitaria che colpisce civili indifesi. Chiediamo che il governo sospenda la vendita di armi a Israele e apra corridoi umanitari per l’ingresso immediato di medicinali».

Le richieste e la campagna di boicottaggio

Oltre alla sospensione degli accordi militari, i manifestanti hanno chiesto l’adozione, da parte di università e società scientifiche, di dichiarazioni ufficiali che riconoscano il genocidio in corso. Centrale anche il sostegno alla campagna “Teva? No grazie”, che invita a boicottare l’azienda farmaceutica israeliana.

«Il boicottaggio è una forma di resistenza non violenta – sottolinea Giorgio, attivista del movimento BDS Roma –. Teva trae profitto dall’occupazione e dalle politiche del governo israeliano: colpire economicamente chi alimenta l’oppressione è l’unico modo per fermare un massacro che va avanti da anni nell’indifferenza internazionale».

Una rete in crescita

La protesta di oggi rientra in un ciclo di iniziative avviate a inizio agosto in Toscana e ormai diffuse in tutto il Paese. Nel Lazio, oltre a Tor Vergata, presidi si sono tenuti in altri ospedali, sempre in orari diversi - a seconda delle disponibilità di ognuna e ognuno. Le immagini delle adesioni continuano a essere condivise sui social con l’hashtag #digiunogaza.

Gli organizzatori annunciano che il digiuno e le mobilitazioni proseguiranno nelle prossime settimane, «fino a quando non arriveranno risposte concrete dal governo».

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