È bufera politica sulle parole della ministra della Famiglia Eugenia Roccella, che in un intervento al convegno dell’Unione delle comunità ebraiche italiane tenutosi il 12 ottobre a Roma ha definito i viaggi scolastici ad Auschwitz «gite» e ha sostenuto che siano stati «incoraggiati e valorizzati perché servivano a dirci che l’antisemitismo riguardava solo il fascismo».
Una tesi che ha suscitato reazioni durissime da parte delle opposizioni e del mondo civile, tra cui la senatrice a vita Liliana Segre. Polemiche giunte anche tra le fila della giunta di Roma Capitale attraverso l'intervento di Claudia Pratelli, assessora alla Scuola di Roma Capitale, che ha definito «offensive» le parole della ministra:
«Io che di “gite ad Auschwitz” ne ho organizzate diverse mi sento offesa dalle parole di Roccella. Ogni anno salire sull’aereo per Cracovia con centinaia di ragazzi mi fa salire il magone. Sempre lo stesso, sempre indigesto. Ogni anno varcare l’ingresso di Birkenau mi piega in due e mi chiedo: non sarà troppo per i ragazzi e le ragazze? No, non è troppo. La storia è stata troppo».
Pratelli ha ricordato come Roma Capitale organizzi ogni anno i viaggi della memoria, che «costruiscono nuovi testimoni impegnati e critici». E ha aggiunto: «Solo chi non ci è mai andato, chi non ha mai accompagnato ragazze e ragazzi in quel bagno di dolore le può chiamare gite. Solo chi non ha un briciolo di coscienza può piegare al gioco politico esperienze così delicate e intense».
Nel suo intervento, Roccella aveva dichiarato: «Non si è fatto i conti fino in fondo con l’antisemitismo nel nostro Paese. Tutte le gite scolastiche ad Auschwitz, cosa sono state? Sono state gite? A che cosa sono servite? Sono servite a dirci che l’antisemitismo era qualcosa che riguardava un tempo ormai collocato nella storia, e collocato in una precisa area: il fascismo».
Le parole della ministra hanno provocato un’ondata di indignazione. La senatrice Liliana Segre, sopravvissuta alla Shoah, ha replicato: «Stento a credere che una ministra della Repubblica, dopo avere definito “gite” i viaggi di istruzione ad Auschwitz, possa avere detto che sono stati incoraggiati per incentivare l’antifascismo. Quale sarebbe la colpa? La memoria della verità storica fa male solo a chi conserva scheletri negli armadi».
Dopo le dichiarazioni, l’opposizione è insorta compatta.
Il Partito Democratico ha parlato di «parole gravissime» e «insulto alla memoria», mentre Alleanza Verdi Sinistra ha chiesto le dimissioni della ministra. Critiche anche dal Movimento 5 Stelle, che ha accusato Roccella di «strumentalizzare la tragedia della Shoah per fini ideologici».
Le forze di opposizione chiedono che la ministra chiarisca in Parlamento il senso delle sue parole, definendo l’episodio «un vulnus per le istituzioni della Repubblica» e un «offensivo revisionismo linguistico» che «ferisce la memoria delle vittime e di chi lavora per trasmetterne il ricordo».
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