Roma diventa laboratorio vivente di narrazione e cittadinanza con “Paesaggi Umani”, il progetto di Performing Media Storytelling inserito nel Romaeuropa Festival e promosso da Roma Capitale–Assessorato alla Cultura, vincitore dell’Avviso Pubblico “Roma Creativa 365. Cultura tutto l’anno”, in collaborazione con Zètema Progetto Cultura.
Dal 19 settembre al 21 dicembre si interpreteranno i Paesaggi Umani di Roma Plurale, attraversando le geografie della città – da Tor Tre Teste a Monte Mario, passando per Acilia, Portuense e con un focus al Tuscolano – per un racconto collettivo che intreccia memoria e innovazione digitale.
L’originalità del progetto, curato da Carlo Infante e ideato da Urban Experience, è quella di ascoltare le voci dei territori in una sorta di “Radio che cammina”, restituendo alle comunità una forma performativa e partecipata. Le narrazioni raccolte confluiranno in geopodcast ospitati in una mappa interattiva, format che Urban Experience sviluppa da quasi vent’anni.
L’attività avrà un focus particolare su Roma Sud-Est, con Villa Fiorelli come epicentro per la raccolta di memorie — in particolare quelle legate ai bombardamenti del 1943 — e per le conversazioni peripatetiche dei walkabout dedicati alle Pratiche del Narrare (12 ottobre), che vedranno la partecipazione di Marco Baliani, interprete d’eccellenza della narrazione teatrale.
La mattina del 12 ottobre, il walkabout si intreccerà con la performance “Nel regno di Acilia. Mise en espace” di Baliani, che tornerà nei luoghi della sua infanzia, tra le marane e i set felliniani de Le notti di Cabiria. Un viaggio nella memoria personale e collettiva, in cui camminare diventa esercizio di empatia e scoperta.
Tra gli appuntamenti più intensi figurano la performance di Consuelo Ciatti, Lo sono il canto e la lunga strada, omaggio poetico ad Alda Merini a Monte Ciocci e S. Maria della Pietà, e quella della compagnia Cuocolo-Bosetti a Villa Flora con Teatro, esperienza immersiva vincitrice dell’Unesco Award per la ricerca artistica, seguita da un incontro all’Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi su La Memoria dell’Avanguardia.
La sera del 12 ottobre, Mariella Fabbris proporrà L’albero delle acciughe, performance conviviale ispirata a Nico Orengo, che unisce racconto, cucina e condivisione (evento su prenotazione).
Con NuvolaProject il Performing Media incontra l’innovazione culturale: dalle videoproiezioni nomadi sotto l’acquedotto Felice con l’apparizione in IA di Sisto V, fino alle narrazioni lungo l’Appia Antica per l’AppiaDay, con le figure digitali di Egeria e Lucrezia Romana.
Cruciale il focus sulla memoria dei bombardamenti del 1943, rievocati con la performance “I bombardamenti del 1943 nelle visioni di Renzo Vespignani” alla Cooperativa Case Tramvieri, tra arte e testimonianza storica.
Tra gli appuntamenti speciali, il 2 ottobre il walkabout “eccezionale” con Loredana Lipperini nel centro storico rievoca Il segno del comando, storico sceneggiato televisivo ambientato nella Roma misteriosa di notte.
Il viaggio continua il 17 ottobre a Tor Tre Teste con Vincenzo Luciani, il 31 ottobre al Portuense con l’assessore Maurizio Veloccia, il 21 dicembre al Pigneto per il Solstizio d’Inverno con Stefano Panunzi, e a Tor Carbone nella selvaticità della Cava Fabretti.
L’8 ottobre, alla Pelanda, nell’ambito del Romaeuropa Festival, Carlo Infante terrà il talk Il Performing Media Storytelling di Paesaggi Umani: un approfondimento su come il Performing Media, nato dall’incontro tra performance e nuovi media, si sia affermato come nuovo canone espressivo per coniare format culturali innovativi come i walkabout e i geopodcast. Il nodo centrale è nell’unire riqualificazione urbana e rigenerazione umana, attivando processi di memoria rigenerativa e audience engagement.
Dal 22 ottobre al 17 dicembre, infine, alla Casa Circondariale di Rebibbia, con Maria Teresa Caccavale di Happy Bridge, si terrà il workshop Lo sguardo partecipato in cammino, dedicato ai detenuti. Un percorso basato sul metodo dell’Apprendimento Dappertutto, per creare palestre d’empatia e rimettere in cammino lo sguardo sul mondo, dentro e fuori di sé.
“Paesaggi Umani” conferma così Roma come capitale di una cultura in movimento, dove camminare, ascoltare e raccontare diventano atti di rigenerazione collettiva.
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