
A distanza di un anno dall’ultimo precedente, torna in Parlamento lo scontro sul finanziamento della metro C di Roma. Pd, Avs e Italia Viva chiedono di restituire i 50 milioni tagliati di recente dal ministero dell’Economia, una somma ritenuta decisiva per non bloccare l’intero appalto.
All’appello manca solo Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni. La discussione prenderà il via con l’esame della proposta di legge di bilancio 2026, che sarà votata prima al Senato e poi alla Camera.
Quest’anno lo scontro politico partirà dalla camera alta. Al Senato la lista degli emendamenti a favore delle metro romane è ampia.
Diversi quelli presentati dai senatori del Pd, tra cui Filippo Sensi, Cecilia D’Elia, Beatrice Lorenzin e Daniele Manca. L’emendamento 99.71 chiede di rifinanziare la linea C con 50 milioni e di stanziare ulteriori 20 milioni per l’acquisto di nuovi treni.
Beatrice Lorenzin firma invece l’emendamento 99.95, che chiede 160 milioni di euro per la progettazione integrale della linea D, comprensiva delle indagini preliminari.
La richiesta include anche risorse per il prolungamento della linea B tra Rebibbia e Setteville e per il prolungamento della linea A oltre Battistini, con diramazioni verso Monte Mario e Torrevecchia sud. In totale, per quest’ultima opera, sono indicati circa 1,8 miliardi.
Secondo la Legge Obiettivo, i cantieri possono aprire solo se il lotto di riferimento è coperto per intero dal punto di vista economico. È questo il motivo per cui la mancanza dei 50 milioni, pur essendo un importo contenuto rispetto ai tagli del 2024, rischia di bloccare l’intero appalto.
L’anno scorso la linea C era stata privata di 425 milioni, dando origine a un confronto simile a quello che ora torna al centro del dibattito parlamentare.
In attesa di una risposta da Palazzo Chigi il Campidoglio non è rimasto con le mani in mano. L'assessore ai Trasporti di Roma, Eugenio Patanè, di fronte a questo ennesimo taglio a un'infrastruttura cruciale per la mobilità della capitale si era detto pronto a un'alternativa.
Questa ricerca potrebbe però portare a uno slittamento dei lavori in particolare per la tratta T1 della linea che da Farnesina dovrebbe completare l'intero tragitto dell'opera scavando fino a piazza Bainsizza, "capolinea" della tratta T2. Patanè si era detto ottimista sul completamento dei lavori entro il Giubileo straordinario del 2033, in contemporanea con l'apertura della stazione di piazza Venezia, ma non è detto che l'avviamento di nuove procedure per trovare altrove i fondi necessari possa invece portare a una riformulazione imprevista del cronoprogramma.
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