La CGIL sarà in piazza sabato 4 ottobre a Roma alla manifestazione nazionale convocata dalle associazioni palestinesi. Lo ha annunciato il sindacato con un comunicato diffuso il primo ottobre a mezzogiorno: «La CGIL partecipa alla manifestazione nazionale del 4 ottobre convocata dalle associazioni palestinesi a Roma per fermare il genocidio in corso da parte del governo israeliano di Netanyahu, sostenere la missione non violenta della Global Sumud Flotilla, per aprire corridoi umanitari permanenti e rompere l’assedio a Gaza e sancire un cessate il fuoco».
La scelta arriva dopo l’assemblea generale della CGIL del 30 settembre, che ha approvato una piattaforma di mobilitazione ampia: fermare il genocidio del popolo palestinese, contrastare le politiche di riarmo del governo italiano, dell’Unione europea e della Nato, e chiedere una conferenza di pace sotto l’egida delle Nazioni Unite.
Nella risoluzione, votata all’unanimità con 6 astenuti, si dà mandato alla segreteria di proclamare uno sciopero generale tempestivo in caso di blocchi o attacchi contro la missione umanitaria della Flotilla. Inoltre, le strutture territoriali sono chiamate a organizzare assemblee nei luoghi di lavoro e presidi permanenti, in vista non solo della manifestazione del 4 ottobre, ma anche della Marcia Perugia-Assisi del 12 ottobre e della manifestazione nazionale CGIL e “La Via Maestra” del 25 ottobre.
L’appuntamento è fissato per le 14.30 a Porta San Paolo. Da lì il corteo attraverserà viale Aventino, il Colosseo, via Labicana, via Merulana per arrivare fino a piazza San Giovanni.
La Questura prevede circa 20mila partecipanti, ma le stime potrebbero essere superate se si considera che si tratta di una mobilitazione nazionale, mentre il 22 settembre le iniziative erano sparse in tutta Italia.
Il questore Roberto Massucci ha assicurato che le forze dell’ordine «stanno lavorando per mantenere l’equilibrio e garantire la sicurezza». Più prudente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che si è limitato a dichiarare: «Siamo sempre pronti».
Intanto Questura e Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica stanno preparando il piano per la manifestazione, tenendo in considerazione anche la possibilità di mobilitazioni spontanee nel caso in cui dovesse venir bloccata la flotta internazionale al largo delle coste di Gaza.
Alla vigilia del corteo, anche COBAS e USB hanno ribadito la propria posizione con un comunicato del 30 settembre: «Se la Global Sumud Flotilla verrà fermata o attaccata, proclameremo lo sciopero generale immediato. Perché chi tocca la Palestina tocca tutti noi» si legge nel comunicato dell'Unione Sindacale di Base.
Le tre sigle sindacali si ritrovano così fianco a fianco nel sostegno alla missione umanitaria, dopo le mobilitazioni dal 22 settembre nei porti italiani contro il transito di navi israeliane e i blocchi ai carichi diretti a Israele nei porti di Genova, Taranto, Ravenna o Livorno.
A Roma si moltiplicano anche le mobilitazioni studentesche. Dopo l'occupazione della Facoltà di Lettere a La Sapienza, è arrivata anche quella di Scienze Politiche nello stesso Ateneo. Gli studenti di alcuni licei come Cavour, Socrate e Rossellini hanno occupato in sostegno alla causa e si prevede che saranno presenti anche loro il prossimo sabato.
Intanto la situazione della Global Sumud Flotilla rimane sotto osservazione. Nella mattina del 1 ottobre la flotta aveva raggiunto le 145 miglia nautiche dalla costa di Gaza, a meno di 50 da dove lo scorso giugno era stata bloccata la nave Madleen della Gaza Freedom Flotilla. Durante la traversata, alcune imbarcazioni hanno subito danni e la “Family Boat”, la più importante, è stata costretta a fermarsi.
Dopo un confronto con le autorità italiane, intervenute con mezzi militari per fornire assistenza, la flotta ha proseguito in autonomia. Ora è entrata nelle acque controllate dalle forze di difesa israeliane, dove potrebbe avvenire un nuovo confronto diretto.
Foto: Corteo per Gaza e per la Flotilla, 9 settembre (La Capitale)
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