
L’udienza predibattimentale sul blocco stradale del 4 dicembre 2023 è stata rinviata, nella mattinata di giovedì 13 novembre, al 16 aprile 2026 alle 11.30 per cambio di giudice. Dodici persone erano state arrestate, incarcerate per tre giorni e poi sottoposte a un obbligo di dimora durato oltre tre mesi dopo una protesta nonviolenta che chiedeva l’istituzione di un Fondo Riparazione per le vittime degli eventi climatici estremi.
Fiumicino, 4 dicembre 2023: intorno alle 9.30 dieci cittadine aderenti alla campagna Fondo Riparazione hanno bloccato la carreggiata in direzione Roma dell’A12, all’altezza di Torreinpietra. Due partecipanti si sono incollati con le mani all’asfalto.
Gli attivisti ricordano come un automobilista sia sceso dall’auto, aggredendo una manifestante e, subito dopo, salito di nuovo a bordo, ha cercato di investire un’altra persona prima di allontanarsi.
«Sono qui perché ho visto con i miei occhi Milano venire distrutta da un'alluvione - aveva spiegato durante il blocco, Leonardo, 24 anni, rider e studente di filosofia -. Ho visto il Po dimezzarsi e i contadini farsi la guerra per l’acqua. Io sono qui perché penso che le persone possano mobilitarsi contro un governo che li sta ammazzando».
Dodici attivisti erano stati poi portati in questura e rinchiusi in diversi carceri di Roma.
Il processo per direttissima era stato fissato per il 6 dicembre a Civitavecchia, dopo due notti trascorse in carcere.
Persino Ilaria Cucchi e Francesca Ghirra di Sinistra Italiana avevano fatto visita al carcere di Civitavecchia per portare la loro solidarietà. L’udienza fissata poi per il 7 dicembre alle 10, verteva su violenza privata aggravata e attentati alla sicurezza dei trasporti. In parallelo, a Bologna si celebrava il processo per direttissima per altre persone della stessa campagna.
Filippo, 33 anni, tra gli arrestati, adesso ricorda così quei giorni e il significato di quella mobilitazione: «Come tante altre volte in questi anni, abbiamo interrotto la quotidianità di una società lanciata su un’autostrada verso l’inferno». L'obiettivo è chiedere giustizia verso quelle persone che sono vittime «dell’inazione del governo Italiano verso le catastrofiche climatiche che ormai devastano regolarmente questo Paese».
I manifestanti sottolineano l'importanza di avere una difesa solida, «perché è essenziale creare precedenti giudiziari che riconoscano la legittimità delle nostre azioni». In realtà sono molti i processi in cui vengono assolti: «Ma - precisa e conclude - per continuare a difenderci per sostenere le spese legali e per poter portare avanti questa battaglia con forza e trasparenza, abbiamo davvero bisogno dell’aiuto di tutte e tutti».
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