«Via Nazionale non si tocca»: polemica sulla proposta per intitolarla alla Costituzione
- Redazione La Capitale
- 7 ore fa
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La proposta del consigliere Caudo divide l’Aula Giulio Cesare: la Lega attacca, Rampelli parla di «furore ideologico», mentre per l’assessore Smeriglio «la strada non cambierà nome»

Una mozione depositata il 15 maggio in Assemblea Capitolina da Giovanni Caudo, capogruppo di Roma Futura e già assessore all’Urbanistica, ha acceso un ampio dibattito. L’atto, sottoscritto anche dalla consigliera Tiziana Biolghini, propone di intestare una strada di Roma alla «Costituzione Italiana del 1948», suggerendo come opzione simbolicamente forte via Nazionale, per la sua prossimità a luoghi istituzionali come il Quirinale, sede della Presidenza della Repubblica, e la Corte costituzionale, nel palazzo della Consulta.
«A Roma non c’è attualmente una piazza o una via dedicata alla Costituzione italiana, mentre abbondano vie dedicate a re, papi e battaglie – ha spiegato Caudo –. Via Nazionale, che termina in piazza della Repubblica, creerebbe un suggestivo itinerario simbolico». L’intenzione, ha aggiunto, è evitare che la dedicazione cada su «una strada disabitata e desolata», come spesso accade per nomi importanti ma poco valorizzati.
L’opposizione insorge: «Trovata radical-chic»
La mozione non ha lasciato indifferente l’opposizione. Tra gli interventi quello di Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio, che ha parlato di «iniziativa inutile» e di «trovata da salotto radical-chic».
«Via Nazionale oggi è simbolo di decadenza, con negozi chiusi, teatri abbandonati e alberghi in crisi – ha dichiarato Santori –. Invece di rilanciare economicamente l’area, il centrosinistra vuole cambiare il nome a una strada. È questa la priorità per il sindaco Gualtieri?». Santori ha anche sollevato il problema dei costi: «Cambiare nome significa costringere centinaia di cittadini e attività a rifare documenti, carte intestate, contratti e insegne. Chi paga?».
Sulla stessa linea il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli (Fratelli d’Italia), che ha accusato il centrosinistra di «furore ideologico» e difeso la storicità dell’attuale toponimo: «Via Nazionale fu intitolata per onorare gli eroi del Risorgimento. Cosa vogliono fare, smantellare anche il monumento al Milite Ignoto?». Secondo Rampelli, se proprio si vuole cambiare un nome, «lo si faccia a via Palmiro Togliatti».
La replica del Campidoglio: «Proposta aperta, ma via Nazionale non si tocca»
A fare da pompiere nella polemica è intervenuto l’assessore alla Cultura di Roma Capitale, Massimiliano Smeriglio: «Vorremmo rassicurare i vari esponenti della destra romana. Via Nazionale non cambierà nome perché è una strada storica».
Smeriglio ha chiarito che l’obiettivo della mozione è «trovare una strada importante da intitolare alla Costituzione», ma nel rispetto della storia cittadina e delle procedure amministrative. «Auspico che si possa arrivare a una proposta condivisa – ha concluso – che celebri degnamente il simbolo della nostra libertà, dei nostri valori e dei diritti di cittadine e cittadini italiani».
Rispondono i promotori
«La scelta di via Nazionale è molto semplice e facilmente deduttiva - rispondono in una nota i consiglieri Caudo e Biolghini: la sua prossimità al Palazzo del Quirinale (il Presidente è il garante della Costituzione) e alla sede della Corte Costituzionale nel Palazzo della Consulta sempre in Piazza del Quirinale, nonché la sua confluenza in Piazza della Repubblica. L'obiezione, poi, sulle future difficoltà burocratiche dei residenti e delle attività commerciali è puramente strumentale. La Commissione Toponomastica di Roma Capitale deciderà, secondo le norme che regolano la sua attività, il da farsi. Da parte nostra ricordiamo, infine, che Roma – come riportato all'art. 1 dello Statuto di Roma Capitale – 'rappresenta la comunità di donne e uomini che vivono nel suo territorio, ne cura gli interessi, ne promuove il progresso e si impegna a tutelare i diritti individuali delle persone così come sanciti dalla Costituzione italiana'. Per questo auspichiamo un dibattito condiviso e costruttivo, privo di inutili pregiudizi, che dimostri come sia possibile far emergere anche attraverso un atto simbolico i valori democratici che hanno dato vita alla nostra Repubblica».
Costituzione senza indirizzo: una lacuna da colmare
Nel testo della mozione si sottolinea che in diverse città italiane – tra cui Bologna e Palermo – esistono già vie e piazze dedicate alla Costituzione, anche se raramente con riferimento esplicito alla Carta del 1948. Roma, pur essendo la sede della sua ratifica e capitale riconosciuta all’articolo 114 della stessa Costituzione, è invece priva di un’intitolazione ufficiale.
Caudo e Biolghini propongono di colmare questa lacuna simbolica e culturale, ricordando come in altri Paesi la Costituzione sia celebrata come un vero e proprio monumento civile. Resta però da sciogliere il nodo della toponomastica esistente e delle possibili alternative meno divisive.