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Stadio della Lazio, Lotito presenta il dossier. Trasferimento immediato e quattro anni di lavori per il Flaminio

Redazione La Capitale

Aggiornamento: 7 giorni fa

Il patron biancoceleste fa sul serio e in 500 pagine presenta la timeline dei lavori, i costi da sostenere e la promessa di oltre 50mila posti entro l’europeo

stadio flaminio google maps
Stadio Flaminio (Google maps)

Prende forma il sogno biancoceleste. Dopo mesi di discussioni finalmente il patron della Ss Lazio nonché senatore di Forza Italia Claudio Lotito cala il poker, presentando in Campidoglio oltre 500 pagine di documenti nel dossier per il recupero dello Stadio Flaminio, il - probabile - nuovo stadio della società biancoceleste.


Secondo quanto riportato da Il Messaggero, lo stadio comprenderebbe 50.570 posti, un museo della Lazio, oltre 4.400 posti auto e 438,2 milioni di euro di investimento. In accompagnamento, una lettera firmata dal presidente della società, Lotito, e dal responsabile del progetto, Andrea Cardinaletti. L'inizio dei lavori è previsto nella seconda metà del 2026 con l'obiettivo di finire i lavori nella prima metà del 2029 e usare il Flaminio anche come sede per Euro 2032.


Se validati, i documenti porteranno quindi all’avvio della conferenza dei servizi. Nel ricco piatto della bilancia il senatore gioca anche diverse carte a sorpresa. Tra queste, il trasferimento «immediato» della squadra nel nuovo stadio.


Il piano economico e le entrate previste

Il progetto per la rigenerazione dell’impianto progettato dai Nervi per le Olimpiadi del 1960 presenta gli studi preliminari e il piano finanziario-economico, che copre i prossimi 98 anni, fino al 2123. Nelle analisi dei costi e potenziali ricavi la cifra da tenere in considerazione è 438,2 milioni di euro, ovvero l’investimento complessivo stimato per il progetto.


La Lazio ne metterebbe sul piatto 85,6 milioni, 24 milioni sarebbero quelli chiesti al settore pubblico (per aree esterne e adeguamento sismico) e infine si punterebbe su un maxi mutuo trentennale da 283 milioni. L’impegno economico, particolarmente gravoso per la società, verrebbe quindi bilanciato da una lunga concessione della durata di 99 anni.


La grande novità e il cronoprogramma

La grande novità rispetto a quanto discusso finora è la proposta di trasferire la Lazio immediatamente al Flaminio, senza aspettare la fine dei lavori.


Lotito punterebbe dunque a un modello simile a quello adottato dalla Fiorentina,  che durante i lavori gioca senza la Curva Fiesole. La maggior parte dei lavori, secondo quanto scritto nel dossier, andrebbe quindi effettuata d’estate, tra un campionato e l’altro e durerebbe in totale 4 anni.


La capienza dello stadio dovrebbe quindi raggiungere oltre 50mila posti entro la prima metà del 2029. In questo modo, il progetto andrebbe anche ad agevolare i lavori di ammodernamento che servirebbero all’Italia in vista degli Europei del 2032 (sempre che il Comune dia l’ultimo via libera entro la prima parte del 2026).


Gli ostacoli e le criticità

Nonostante la documentazione del dossier sia molto dettagliata, non mancano degli imprevisti e criticità. In primis, la conferenza dei servizi dovrà concludersi positivamente.


Inoltre il Campidoglio dovrà escludere l’alternativa proposta dalla Roma Nuoto, la quale ha già chiesto all’Anac di accelerare la valutazione del proprio piano. La società sportiva avversaria della Lazio è in attesa di una decisione ufficiale.


Non c’è da sottovalutare, quindi, lo stato attuale dell’impianto. Non mancherebbero infatti i rischi nella parte della copertura a causa delle infiltrazioni d’acqua. 


A questo si aggiunge anche il vincolo storico, perché nel piano presentato i progettisti biancocelesti promettono di mantenere le caratteristiche architettoniche del Flaminio, ma prevedono l’eliminazione della pensilina esistente per aumentare la capienza e aggiungere nuovi anelli. 


Infine potrebbero mettere i bastoni tra le ruote anche i comitati di cittadini che già hanno iniziato a muoversi in direzione contraria a quella della società biancoceleste.


La decisione finale, comunque, spetta al Campidoglio che dovrà decidere se sposare il progetto della Lazio o prendere in considerazione altre soluzioni.


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