Sparatoria sulla Prenestina, l'indagine si sposta a Prato: vittima legata alla «Guerra delle Grucce»
- Giacomo Zito
- 5 giorni fa
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Una delle due vittime, Zhang Dayong, era conosciuto anche con lo pseudonimo di Asheng ed era già coinvolto in vicende giudiziarie con accuse di reati contro il patrimonio

L'indagine sulla sparatoria che ha ucciso Zhang Dayong, 53enne cinese, e Gong Xiaoqing, connazionale 38enne su davanti a via Prenestina 62 nella serata del 14 aprile segue la pista di una vera e propria esecuzione per mano della malavita cinese.
Secondo quanto ricostruito dalle indagini, infatti, i due potrebbero essere le ennesime vittime della cosiddetta «Guerra delle Grucce», una serie di tentati omicidi e regolamenti di conti tutti interni alla criminalità organizzata cinese per il controllo degli affari nel distretto del tessile di Prato.
Zhang Dayong era infatti conosciuto anche con lo pseudonimo di Asheng ed era già coinvolto in vicende giudiziarie con accuse di reati contro il patrimonio nonché imputato per tentata estorsione nell'inchiesta della procura di Prato China Truck.
La storia dell'indagine China Truck
La guerra interna alla criminalità cinese è da tempo sotto i riflettori della Dda di Firenze e della Squadra mobile di Prato, all'epoca diretta da Francesco Nannucci, nell'ambito dell'inchiesta China Truck.
Le indagini vennero aperte nel 2011 dopo un brutale duplice omicidio e chiuse nel 2018 con 33 arresti e decine di indagati. Si parla di un'organizzazione criminale che attraverso attività criminali, incendi e omicidi puntava inizialmente dal controllo del mercato degli appendiabiti, per poi volersi imporre nella gestione della logistica del settore tessile.
Il processo e le problematiche
Dopo diverse vicissitudini, il processo è stato quindi aperto nel 2019 con 58 persone imputate per reati che vanno dall'estorsione, usura e traffico di droga. Dayong stesso era indagato per tentata estorsione a vantaggio di Naizhong Zhang, considerato il capo dell'organizzazione.
Al momento non si può quindi parlare di una vera e propria «mafia cinese», in quanto sulla denominazione si dovranno esporre i giudici di Prato. Peccato che il processo vada però molto a rilento per cavilli legali, difficoltà di traduzioni e reperibilità degli imputati.
Intanto, l'organizzazione sembra continuare a operare attraverso intimidazioni e violenze che potrebbero essere arrivate anche nel resto d'Europa, tra Parigi e Madrid. L'esecuzione sulla Prenestina potrebbe essere quindi l'ultimo capitolo di una lunga scia di sangue su cui l'attuale procuratore di Prato, Luca Tescaroli, non ha nascosto le difficoltà operative per carenza di personale.