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«Mario Mafai e Antonietta Raphaël. Un’altra forma di amore» la mostra a Roma tra arte e vita in un racconto unico

  • Edoardo Iacolucci
  • 4 ore fa
  • Tempo di lettura: 2 min

La mostra esplora la complessità della loro relazione – personale e creativa – e mette in luce le differenze stilistiche e tematiche, ma anche le affinità emotive che alimentarono un dialogo silenzioso e profondo tra le loro opere

mafai raphael
 «Mario Mafai e Antonietta Raphaël. Un’altra forma di amore»

Dal 23 maggio al 2 novembre 2025, il Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma ospita una mostra imperdibile: «Mario Mafai e Antonietta Raphaël. Un’altra forma di amore», un viaggio nell’arte e nella vita di due protagonisti del Novecento italiano. L’esposizione celebra il cinquantenario dalla scomparsa di Antonietta Raphaël e i sessant’anni dalla morte di Mario Mafai, offrendo una nuova lettura della loro opera e del loro legame umano e artistico.


Un evento culturale da non perdere a Roma

La mostra, promossa da Roma Capitale - Assessorato alla Cultura e curata da Valerio Rivosecchi e Serena De Dominicis, è realizzata dal Centro Studi Mafai Raphaël con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Saranno esposte oltre 100 opere tra dipinti, sculture e disegni, insieme a documenti originali come lettere, fotografie e schizzi provenienti da prestigiosi archivi italiani, tra cui Centro Studi Mafai Raphaël, Archivio della Scuola Romana a Villa Torlonia, Gabinetto Vieusseux di Firenze


Un racconto d’amore e arte tra Mario Mafai e Antonietta Raphaël

Dalla fine degli anni Venti in poi, Mafai e Raphaël seguirono percorsi artistici autonomi ma profondamente intrecciati. Mario Mafai fu presto riconosciuto come uno dei grandi maestri dell’arte italiana del Novecento, mentre Antonietta Raphaël, donna e artista ebrea, dovette affrontare discriminazioni di genere e persecuzioni razziali, trovando pieno riconoscimento solo negli anni Cinquanta.

La mostra esplora la complessità della loro relazione – personale e creativa – e mette in luce le differenze stilistiche e tematiche, ma anche le affinità emotive che alimentarono un dialogo silenzioso e profondo tra le loro opere.

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