«Le mani in pasta»: un giorno nel Pastificio Futuro, del carcere minorile di Casal del Marmo
- Edoardo Iacolucci
- 5 ore fa
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Nel carcere minorile di Casal del Marmo nasce il Pastificio Futuro: un laboratorio di pasta artigianale che offre ai giovani detenuti una seconda possibilità attraverso il lavoro, la formazione e la speranza

«Un anno fa ero ai domiciliari e stavo scontando la mia pena».Inizia così Carmine, 23 anni, intento a setacciare le pennette rigate che stanno uscendo dalla macchina impastatrice.
Qui, nel carcere minorile di Casal del Marmo, c’è uno stabilimento di pasta secca artigianale che impiega giovani detenuti ed ex detenuti. È un progetto ideato dalla cooperativa sociale Gustolibero Onlus.
Uno stabilimento, in via Giuseppe Barellai 140, a Roma, realizzato in un edificio inutilizzato all’interno del perimetro del carcere, ma con accesso autonomo dall’esterno, così da facilitare sia la compravendita che il reinserimento lavorativo reale. Il laboratorio si estende su 500 metri quadrati ed è dotato di una pressa capace di produrre 220 kg all’ora di pasta secca.
«Lì – spiega Niko, 23 anni, adesso impiegato del Pastificio Futuro – abbiamo il cervello della macchina, qui sopra il cuore, le mani, e lì le braccia stanno all'interno, nell'altra stanza».
Lavorare insieme per ricostruire
A supervisionare il lavoro di Niko e Carmine c’è Gianfranco Desideri, giovane tecnologo alimentare:
«Noi – spiega all’interno del laboratorio – lavoriamo insieme. I ragazzi e noi, figure che li accompagniamo. Il lavoro si svolge tutto in questa sala, dove abbiamo la macchina impastatrice che trasforma la semola in pasta».
Dalle casse di Niko e Carmine esce il pattern ritmico tipico del reggaeton. Insieme a loro, oggi c’è un nuovo ragazzo: è il suo primo giorno. Ha ancora un anno da scontare in comunità , ma viene subito accolto con un sorriso: è già parte della squadra. Il passato è alle spalle, e il presente ha di nuovo uno spazio di luce.
Le mani in pasta, il documentario
Imparare un mestiere, passo dopo passo
«Noi – continua Niko – per cambiare il formato, da questa trafila in bronzo possiamo fare le mezze penne e le pennette. Le pennette le facciamo aumentando il giro della lama, quindi girano più veloce e sono più piccole. Diminuendo la velocità , diventano penne rigate».
Durante il processo produttivo, i ragazzi assistono a tutte le fasi: formatura, impastamento, impilazione dei carrelli. Tutto porta alla fase finale: l’essiccatura.
«Dopo che abbiamo aggiunto i 33 vassoi, li mettiamo all’interno della cella, così si riesce a seccare», conclude Niko.
Una seconda possibilitÃ
Adesso Carmine si apre con un sorriso: «Io ho iniziato un anno fa, ero ai domiciliari. Ero obbligato a venire qua. Una volta finita la pena, per mia volontà ho deciso di continuare qui al pastificio: è un bel lavoro, come tutti gli altri. Mi piace l'ambiente, vorrei restare qua il più a lungo possibile».
«Sicuramente è un lavoro stimolante – precisa Desideri – e potremmo dire anche un privilegio, perché ti confronti con persone che hanno da insegnarti qualcosa. È un modo di confrontarsi con diverse realtà . C'è un buon ambiente: costruttivo e di squadra».
La filiera etica e locale
Insieme a chi ha le mani in pasta, c’è chi si occupa delle fasi preliminari:
«Mi occupo di coordinare la produzione e il reperimento delle materie prime – spiega Alberto dell’Agli, perito agrario e responsabile di produzione – cerchiamo un grano, e quindi una semola, tracciata e con una filiera controllata, possibilmente locale».
«È molto buona, è fatta in maniera artigianale ed è una pasta che vale la pena di assaggiare», aggiunge il tutor del laboratorio Enzo Labor.
L’acquisto che fa bene
Al negozio del Pastificio arriva Nicoletta, insegnante nella scuola statale di Ottavia, lì vicino:
«Mio figlio veniva al Pasteur, quindi a due passi. Me l'ha detto una collega: il figlio conosce qualcuno che fa volontariato qui. Abbiamo unito l’utile al dilettevole, per fare il regalo al rappresentante di classe: dare una mano ai ragazzi e fare un pensiero che potesse restare».
Dalla lavanda dei piedi alla pasta
«Non abbiamo voluto fare niente di più di questa cosa – spiega Alberto Mochi Onori, direttore del Pastificio Futuro –. Siamo nati come volontari nel carcere minorile. Abbiamo conosciuto padre Gaetano Greco, il cappellano, che ha donato completamente la sua vita a questi ragazzi e ci ha guidato in questa avventura».
Un progetto che vive anche delle vendite:
«Abbiamo un e-commerce interno gestito da noi e dai ragazzi. Una parte della pasta va alla grande distribuzione, un’altra ai gruppi di acquisto solidale. Così speriamo di fare un fatturato che ci permetta di essere sostenibili».
Da un messaggio di speranza alla realtà : il Pastificio futuro
Il Pastificio Futuro nasce dopo la visita di Papa Francesco al carcere minorile, durante il Giovedì Santo, quando lavò i piedi ai ragazzi detenuti. A padre Gaetano Greco disse:
«Voi siete caduti, potete rialzarvi. Non lasciatevi rubare la speranza».
«Era una frase che Papa Francesco ripeteva spesso – ricorda Enzo – e nel 2023, a dieci anni da quella visita, nasce il Pastificio Futuro».
Papa Francesco ha donato 200mila euro al progetto prima di morire, volendo che il Pastificio ridonasse speranza ai giovani detenuti ed ex detenuti:
«E questo – conclude Onori – è quello che stiamo cercando di fare».
Mani in pasta, occhi al futuro
L’Italia – scrive Mattia Torre – è questo paese che ci passi col treno ed è pieno di colline verdeggianti e di storia, città d’arte, tradizioni, letteratura, poesia. Ma soprattutto, a noi piace mangiare.
E allora, per i detenuti del carcere minorile di Casal del Marmo, per sentirsi di nuovo liberi e reinseriti in società , cosa c’è di meglio di uno stabilimento di pasta artigianale?
«Non abbiate paura di diventare artigiani di sogni e di speranza», disse Papa Francesco nel 2013, proprio in visita qui.
E nel 2023, a 10 anni di distanza, è nato il Pastificio Futuro.Ora sono quattro i ragazzi assunti. L’obiettivo è di arrivare a venti.
In questo stabilimento di 500 metri quadrati, lavorano con serietà , divertimento e passione.Stanno imparando una vera professione.Hanno tutti storie diverse alle spalle, ma insieme rimodellano il destino.Sempre con le mani in pasta, ma questa volta nel futuro.