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La denuncia della campionessa di kickboxing Elena Pantaleo: «L’incredibile storia di come ho recuperato - da sola -la mia borsa rubata»

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 8 nov 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

«Ogni volta che dico che le forze dell'ordine in Italia sono pessime mi si dice poi quando ti rapinano chi chiami? Eh infatti, chi cazzo dovrei chiamare?». A salvare la borsa di Elena Pantaleo non è stato il supporto dei carabinieri interrogati, nè dei militari dell'esercito a cui la giovane, in un secondo e vano tentativo, aveva chiesto aiuto

The Space cinema di piazza della Repubblica
The Space cinema di piazza della Repubblica

A salvare la borsa della giovane atleta palermitana non è stato il supporto dei carabinieri interrogati, nè dei militari dell'esercito a cui la giovane, in un secondo e vano tentativo, aveva chiesto aiuto. A permettergli di rintracciare e recuperare il bagaglio è stato un tracker, ovvero un piccolo aggeggio che consente di localizzare i tuoi dispositivi, da poco acquistato da Elena Pantaleo che lo aveva messo nella sua borsa. Da lì la denuncia: «Ogni volta che dico che le forze dell'ordine in Italia sono pessime mi si dice poi quando ti rapinano chi chiami? Eh infatti, chi cazzo dovrei chiamare?», chiosa retoricamente.


Il racconto di Elena Pantaleo sui social

«L'unica volta che mi hanno rubato una borsa ero esattamente qui, a Termini, 6 mesi fa. Quel giorno ho comprato una decina di AirTag e li ho messi in ogni mia borsa», è il racconto della ragazza sui fatti avvenuti mercoledì 6 ottobre.

Mappa mostrata ai carabinieri
La localizzazione della borsa mostrata ai carabinieri

«Ero fuori dal cinema a chiacchierare con il regista e gli attori del nuovo film di cui avevo visto l'anteprima. Faccio per andarmene e mi accorgo che il mio zaino non c'era più. Guardo l'app e vedo la mia borsa allontanarsi dalla mia posizione. Saluto tutti e mi metto a correre verso tre macchine dei carabinieri. Faccio vedere l'app e chiedo se qualcuno potesse venire con me a cercare e recuperare la borsa».


«Noi possiamo andare con la macchina alla posizione indicata, ma tu non puoi venire con noi e non ci possiamo prendere il tuo telefono», le rispondono i carabinieri. «Ok ma visto che si sta muovendo se non sono con voi non riuscirete a bloccarlo. Insisto, capisco che è inutile. Vado sola».


«No, a sto punto siamo obbligati a intervenire e tu ci devi dare i documenti così ti possiamo identificare», spiegano i militari. «Non mi può lasciare correre? Dobbiamo per forza perdere 5 minuti preziosi?», chiede la ragazza.


La risposta è sì. «Fatta sta utilissima trafila - continua ironicamente - con i carabinieri (che partono con una macchina verso via Torino) salgo su un monopattino e mi fiondo a Termini dove intuisco che stava andando il ladro».


«Chiedo aiuto, di nuovo, all’esercito, che sta lì in presidio permanente. “Guardate è localizzato proprio lì sotto i portici Qualcuno può venire con me ad aiutarmi?” (Se siete di Roma sapete di che portici parlo)».


«Eh no non possiamo muoverci, tu vai, quando hai identificato il ladro torna qui e possiamo accompagnarti», vano anche il secondo tentativo. «Vabbè, ok - continua imperterrita -. A quel punto cammino avanti e indietro nei 200 metri che stanno dal McDonald di via Giolitti ai portici guardando tutto. Finalmente vedo uno con la mia borsa sulle spalle».


«Fare kickboxing mi ha dato il coraggio»

«Penso di tornare dall’esercito ma in quei 3 minuti necessari potrei perderlo di vista e loro non si rimetterebbero a cercarlo. Quindi mi tengo a distanza, aspetto, lo guardo. Posa la borsa dietro a una colonna, vicino a della gente che dorme e si allontana. Cammino piano, faccio l’indifferente, la afferro e mi metto a correre col cuore a mille l’adrenalina sparata fino al cervello. Dentro c’è tutto, sono al settimo cielo, mi sento Batman», conclude la Pantaleo, specificando che «fare kickboxing mi dato il coraggio di inseguire i ladri e la consapevolezza di sapere che in uno scontro diretto rischierei comunque troppo»

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