I residenti di Val Cannuta di nuovo in piazza per richiedere garanzie, prima della chiusura del Caat
- Edoardo Iacolucci
- 7 lug
- Tempo di lettura: 2 min
Lunedì 7 luglio manifestazione davanti al dipartimento Politiche Abitative. Le famiglie residenti nel complesso chiedono soluzioni abitative stabili e tempi certi. Il Comune ha avviato percorsi di verifica e presa in carico dei casi più fragili

Nuova mobilitazione a Roma per la questione abitativa di Val Cannuta. Le famiglie residenti nel Caat (Centro di assistenza alloggiativa temporanea) hanno annunciato una manifestazione per lunedì 7 luglio alle ore 9:30 in piazza Giovanni da Verrazzano, davanti alla sede del dipartimento capitolino delle Politiche Abitative
Il contesto: il futuro del Caat Val Cannuta
Il Caat Val Cannuta, nato oltre 30 anni fa come struttura di emergenza abitativa, è al centro di un processo di chiusura avviato dal Comune, che punta alla riorganizzazione del sistema alloggiativo temporaneo e alla riduzione delle soluzioni abitative straordinarie. Tuttavia, secondo quanto riferito dai residenti e dai rappresentanti dell’Unione Inquilini Roma, molti nuclei familiari non avrebbero ancora ricevuto proposte concrete per un passaggio verso soluzioni abitative stabili.
Le richieste dei residenti
I manifestanti denunciano promesse mancate e incertezza sui tempi e le modalità di ricollocazione, e chiedono il passaggio diretto “da casa a casa” per i nuclei più fragili, l’accesso prioritario alle case popolari per chi risulta in graduatoria, la proroga del Sassat (Servizio di Assistenza e Sostegno Socio-Abitativo Temporaneo) fino all’assegnazione definitiva, un censimento accurato di tutti gli occupanti e una proroga di almeno un anno per completare i percorsi in corso.
La posizione del Campidoglio
L’amministrazione, da parte sua, ha sottolineato in diverse occasioni l’impegno a gestire il processo in modo graduale e rispettoso dei diritti dei residenti, con particolare attenzione ai casi più vulnerabili. In alcune comunicazioni ufficiali, il Comune ha evidenziato l’avvio di colloqui individuali e la raccolta delle istanze abitative, anche attraverso il supporto delle organizzazioni del terzo settore e dei servizi sociali territoriali.
Secondo l’Unione Inquilini, i colloqui svolti non avrebbero però prodotto indicazioni chiare per questo, stamattina, la nuova protesta.
L’esito della protesta: Caat ancora aperto e nuovo tavolo politico
Secondo quanto riferisce l’Unione Inquilini«il Caat non chiuderà alla data prevista del 30 giugno: la struttura resterà operativa fino a quando non saranno definite soluzioni abitative per tutti». La proroga, secondo il sindacato, è «il primo risultato concreto della mobilitazione, e ha permesso l’avvio di un nuovo tavolo politico tra Comune e rappresentanti degli inquilini».
È inoltre prevista per lunedì 14 luglio la chiusura della fase di valutazione tecnica dei casi. In tale sede, verrà definito l’accesso alle assegnazioni abitative e l’Unione Inquilini fornirà una valutazione politica complessiva sull’andamento della vertenza.
Nel frattempo, il direttore del Dipartimento Politiche Abitative, Alessandro Antonucci, ha firmato una nuova determina dirigenziale che estende la durata del Sassat per oltre due anni, garantendo continuità abitativa anche per gli occupanti irregolari attraverso percorsi sociali e progetti di sostegno.
Settimana decisiva per i colloqui individuali
Nella settimana successiva alla manifestazione, si intensificheranno i colloqui individuali di verifica tra Comune e residenti, per monitorare le situazioni familiari e assicurare un passaggio abitativo senza interruzioni e senza sgomberi, come richiesto da Unione Inquilini. Fonti sindacali definiscono questa fase «decisiva» per garantire il diritto alla casa.