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Edoardo Iacolucci

Fabrizia Giuliani:"La filosofia è viva". Si è concluso al meglio il World Congress of Philosophy, a Roma

Oltre 5mila filosofi da tutto il mondo, 109 paesi, 1000 paper contributi degli studenti, 800 panel e 89 sessioni. Dalla melodia del Teatro dell'Opera alla danza improvvisata e catartica dei filosofi sul ritmo della taranta. Si è aperto e concluso al meglio il "World Congress of Philosophy"

Fabrizia Giuliani, docente di Filosofia del linguaggio della Sapienza e componente del Comitato esecutivo della Federazione internazionale delle società di filosofia (Fisp)
Fabrizia Giuliani, docente di Filosofia del linguaggio della Sapienza e componente del Comitato esecutivo della Federazione internazionale delle società di filosofia (Fisp)

«Considero l'evento un successo assoluto: è andato molto oltre la partecipazione che potevamo immaginare, calcolando la difficoltà anche di questo momento storico. Sono venute quasi 6mila persone, da 109 Paesi di provenienza, compresi i territori di guerra. Questo dà la misura della volontà e dell'importanza che è stata attribuita a quest'evento».

Lo commenta così il 25esimo "Congresso mondiale di Filosofia", Fabrizia Giuliani, docente di Filosofia del linguaggio della Sapienza e componente del Comitato esecutivo della Federazione internazionale delle società di filosofia (Fisp), promotrice dell’evento: «Un altro dato che mi piace sottolineare - precisa Giuliani - è la partecipazione degli studiosi più giovani e degli studenti. Sono stati presentati quasi mille papers e contributi, solo da giovani studenti. Oltre a questo abbiamo avuto abbiamo avuto oltre 800 panel».

 

Il "World Congress of Philosophy" è un evento che si fa ogni cinque anni. Il paese precedente era la Cina, Pechino: «Un paese che aveva avuto difficoltà organizzative diverse dalle nostre Ma anche noi - precisa Fabrizia Giuliani -, nonostante tutte le difficoltà dovute al clima, alla Sapienza che era in fase di ristrutturazione, al momento storico che magari non consisteva a tutti di partecipare con l'animo con cui avrebbero voluto partecipare credo che possiamo essere davvero più che contenti».

 

Hanno partecipato anche filosofi di Paesi in guerra

Al Congresso hanno quindi partecipato anche filosofi di Paesi in guerra come Yemen, Ucraina: «Anche Russia, Israele e Palestina - aggiunge la docente di Filosofia -. Siamo riusciti a discutere tutti insieme delle condizioni in cui volevamo discutere. Sono studiosi che hanno espresso la volontà di confrontarsi su un terreno filosofico completamente rinnovato, perché accanto a approfondimenti su figure classiche della tradizione filosofica, ci sono state altre sessioni dedicate a temi molto nuovi: la sostenibilità ambientale, l'intelligenza artificiale, il confine tra natura ed artificio, la riflessione sulla natura della mente, le questioni di bioetica, di filosofia femminista, filosofia del linguaggio».


Una pluralità di approcci che secondo Fabrizia Giuliani in un momento come questo assume un valore particolare: «Siamo in una fase in cui prevale la polarizzazione, lo scontro frontale, l'annullamento delle ragioni dell'altro e non addirittura le fake news: attribuire valore al confronto, all'approfondimento, al riconoscimento dell'altro a mio avviso è veramente un valore inestimabile».

 

Tra i vari panel uno dei più significativi quello in cui protagoniste sono state queste studiose iraniane che si riconoscono nel celebre slogan e movimento femminista di "Donna, Vita, Libertà": «Era un nostro obiettivo aiutare queste studiose a venire a portare la loro parola, ed è stata una cosa molto interessante e importante».

Fabrizia Giuliani invece si è dedicata al panel "Violenza e linguaggio": «C'è una tradizione italiana che si richiama Tullio De Mauro, che studia questi rapporti tra linguaggio e violenza, e io in questo ambito ho potuto fare una riflessione specifica sulla difficoltà che ha ancora la nostra lingua a parlare della violenza contro le donne, e penso che invece vada fatto molto anche su questo tema, per chiamare le cose per nome, perché sembra che ancora facciamo un po' fatica a farlo».


Filosofie sotto le stelle: 3 giorni di sold out

filosofie
Filosofie sotto le stelle

Molto suggestivo è stato l'evento «Filosofie sotto le stelle» nell'ambito della stessa grande iniziativa. Il 3,5 e 6 agosto allo stadio Palatino. Qui un dialogo intenso tra grandi pensatori e un pubblico vasto e appassionato.L'obiettivo: portare la filosofia al di fuori delle aule universitarie e renderla accessibile a tutti: «Le tre giornate sono andate completamente sold out, file di centinaia di persone fuori, sia romani che partecipanti al congresso» .

Oltre ai ringraziamenti verso la rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, Giuliani li indirizza al sindaco Roberto Gualtieri: «Figure chiave che hanno reso possibile un appuntamento che sennò non si sarebbe potuto concludere così. Sono stati proprio dei momenti bellissimi. Il Comune ci ha messo a disposizione una cornice unica, però riempita in maniera nuova: la filosofia lì non era mai arrivata. È stata interpretata da voci, le più diverse e significative: dalla grande scrittrice statunitense Joyce Carol Oates, a Yuk Hui docente all'Erasmus University di Rotterdam. Da David Chalmers della New York University, a Maurizio Ferraris dell'università di Torino e Sofia Bonicalzi di Roma Tre». Presenti anche Maximo Ibarra Ceo di Engineering Ingegneria e Nathalie Tocci  (membro del Cda di Acea e dell'IAI): «Hanno voluto dialogare con la filosofia, le ambiente hanno voluto dialogare con la filosofia, quindi da questo punto di vista volevamo anche questo, cioè volevamo che la filosofia attraversassi anche i confini, quindi discutesse con le realtà aziendali, con il mondo del giornalismo...».

 

Apertura e chiusura tra musica danza e filosofi

aula magna
L'Aula magna della Sapienza

Un congresso che si è aperto e concluso nel migliore dei modi: «L'opening a Caracalla è stata bellissima: 4mila persone hanno partecipato in una splendida cornice, sulle melodie del Teatro dell'Opera». E poi il finale commovente: « È stato incredibile perché avevamo invitato un gruppo di suonatori salentini che suonano la taranta. Il concerto che prevedeva anche la partecipazione di alcuni ballerini in realtà è stato raggiunto dalla massa di filosofi, sotto il grande dipinto in Aula magna: è stato un momento veramente bellissimo: una celebrazione collettiva di avercela fatta, in un momento così, ad usare la filosofia come strumento di confronto, di scambio, di discussione: aver pensato che la filosofia è viva».


 


 



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