
Hanno risposto in centinaia all’appello del Centro Sociale Astra, una delle realtà culturali e sociali più attive nel Tufello, nel quadrante nord-est della Capitale.
Il presidio è stato convocato dopo lo stupro avvenuto nella notte tra il 6 e il 7 dicembre, davanti alla stazione Jonio della metro B1, ai danni di una ragazza di 23 anni. Una partecipazione ampia, rafforzata dalla presenza di movimenti e collettivi transfemministi, tra cui Non Una di Meno e realtà antiviolenza del territorio, che ha trasformato l’iniziativa in un corteo spontaneo per le vie del quartiere.
Nel corso del presidio sono state ribadite le richieste già contenute nell’appello lanciato da Astra: una risposta non securitaria ma strutturale, contrapposta alle posizioni espresse dal governo e, in particolare, dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini, che ha nuovamente invocato la castrazione chimica accelerando l’iter della proposta di legge della Lega.
«La nostra risposta è una sola: la violenza è un fatto sistemico, è un fatto culturale e non ha nient’altra cura che non sia l’educazione e l’apertura di spazi di cultura», spiega Simona, una delle organizzatrici del Centro Sociale Astra. «La violenza si sconfigge a partire dalle scuole, dall’educazione. I dati parlano chiaro: la maggior parte delle violenze avviene in casa, da parte di persone conosciute o del partner. Non esiste un’altra via d’uscita che non sia l’educazione». Una posizione che si traduce innanzitutto nella richiesta di introdurre percorsi di educazione affettivo-sessuale nelle scuole e di rafforzare gli spazi territoriali di ascolto per le persone che subiscono violenze.
Tra i presenti anche il presidente del terzo municipio, Paolo Emilio Marchionne, secondo il quale la piazza rappresenta «la migliore risposta che poteva dare il quartiere». Marchionne sottolinea come il municipio stia lavorando su più fronti: «La sicurezza diffusa non si risolve attraverso una sola azione, ma con un complesso di interventi. Avevamo promosso progetti di riqualificazione di quest’area per renderla più vissuta in tutte le ore del giorno e della sera». Il presidente ricorda che il bando regionale sulla sicurezza, al quale il municipio aveva partecipato, non è stato finanziato, ma ribadisce che l’amministrazione intende proseguire: «Abbiamo un progetto pronto e chiediamo a tutto il quartiere di costruire pratiche di sicurezza diffusa». Al centro, per i movimenti, resta soprattutto un’esigenza: maggiore ascolto da parte delle istituzioni e un impegno stabile nel tempo.
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