Roma, 31 ottobre 2025
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Riforma di Roma Capitale, Gualtieri: «Pronti ad assumerci maggiore autonomia e responsabilità»

Il sindaco in audizione alla Camera: «La legge è patrimonio della Repubblica, non delle maggioranze di turno». Bene la scelta di mantenere intatti confini, Regione e Città metropolitana. Necessarie risorse proporzionate e una commissione subito per la legge ordinaria. Rampelli: «Passaggio storico, ora di corsa verso la legge attuativa»

di Camilla PalladinoULTIMO AGGIORNAMENTO 12 ore fa - TEMPO DI LETTURA 3'

(Foto di archivio di Camilla Palladino)

La riforma dei poteri e dello status di Roma Capitale «è un patrimonio della Repubblica e non di questa o quella maggioranza di governo pro tempore». Lo ha ribadito il sindaco Roberto Gualtieri nel corso dell’audizione davanti alla Commissione Affari costituzionali della Camera, presieduta da Nazario Pagano (Forza Italia). Il primo cittadino ha definito il disegno di legge costituzionale in discussione «la prosecuzione di un lavoro importante, iniziato nella scorsa legislatura, per valorizzare il ruolo della Capitale nel quadro costituzionale», sottolineando che «Roma è pronta ad assumersi una maggiore autonomia normativa, amministrativa e finanziaria per consegnare un patrimonio di strumenti a chiunque sarà chiamato a guidarla».

«Roma resta un Comune, ma con funzioni speciali di autonomia»

Gualtieri ha espresso «piena condivisione» con l’impianto della riforma proposto dal Governo, che riconosce alla Capitale funzioni legislative e amministrative speciali, senza modificarne la natura comunale. «Roma – ha spiegato il primo cittadino – resta una città, un Comune, ma con funzioni speciali di autonomia. È giusta la scelta di non sciogliere la Città metropolitana e la Regione Lazio, come è condivisibile la scelta di non modificare i confini di Roma».

Il sindaco ha poi ricordato che il nuovo assetto non prevede la nascita di nuovi “mini-comuni”: «Definire il decentramento come articolazione interna a Roma e non come creazione di nuovi comuni è una scelta saggia, perché mantiene la coerenza amministrativa e valorizza il ruolo dei municipi come enti di prossimità, senza introdurre divisioni territoriali».

Autonomia e competenze legislative

Tra i punti cardine del disegno di legge c’è il riconoscimento di funzioni legislative in specifiche materie. «Si tratta – ha spiegato Gualtieri – di ambiti in cui la possibilità di intervenire con una disciplina autonoma può fare la differenza. Penso all’edilizia residenziale pubblica, alle politiche sociali, al turismo, al trasporto pubblico locale e alla regolamentazione degli affitti brevi. Avere un unico centro decisionale permetterà di migliorare i servizi e il coordinamento delle politiche per i cittadini».

Le nuove materie legislative

Il sindaco ha confermato la piena condivisione con la scelta delle materie legislative operate dal Governo, frutto «di una interlocuzione proficua tra Roma Capitale, Governo e Regione Lazio». Le nuove competenze comprendono tre materie concorrenti – governo del territorio, valorizzazione dei beni culturali e ambientali, promozione e organizzazione di attività culturali – e otto materie esclusive, tra cui trasporto pubblico locale, turismo, commercio, artigianato, servizi e politiche sociali, edilizia residenziale pubblica, polizia amministrativa locale e organizzazione amministrativa.

Risorse proporzionate e gestione autonoma

Uno dei temi centrali, ha insistito Gualtieri, riguarda le risorse economiche e umane necessarie a sostenere le nuove competenze. «Nessun trasferimento di funzioni – ha detto il sindaco – può prescindere dall’attribuzione di adeguate risorse. Già oggi i fondi assegnati a Roma Capitale sono insufficienti rispetto alle funzioni che svolge». Il sindaco ha ricordato che nella Capitale vivono stabilmente circa 3,4 milioni di persone, ma considerando pendolari, visitatori e turisti, «ogni giorno si arriva a 4,7 milioni di presenze».

«La ripartizione delle risorse – ha aggiunto – avviene ancora in base alla popolazione residente, e non a quella effettiva. Opportunamente, per il Giubileo sono state individuate risorse aggiuntive, ma serve un riequilibrio strutturale».

Il sindaco ha inoltre ribadito la necessità che la legge ordinaria consenta a Roma Capitale di gestire entrate proprie, con la possibilità di rimodulare le tariffe e le imposte locali «per rispondere con flessibilità alle esigenze del territorio». «Oggi Roma – ha osservato – non può modulare liberamente la tassa di soggiorno. Maggiore autonomia finanziaria permetterebbe di ridurre il contributo statale e rendere più efficiente la gestione delle risorse».

«Serve una commissione subito per la legge ordinaria»

Gualtieri ha chiesto che si proceda in parallelo tra riforma costituzionale e legge ordinaria, indispensabile per renderla effettiva. «Ho apprezzato – ha spiegato – che la ministra Casellati abbia proposto la creazione di una commissione che coinvolga Regione Lazio e Comune di Roma per predisporre il testo della legge ordinaria. Chiedo alle forze politiche di istituirla subito, perché senza la legge ordinaria quella costituzionale non compie a pieno il suo effetto».

Il sindaco ha poi avanzato la proposta di un contratto di servizio pluriennale tra la presidenza del Consiglio e Roma Capitale, per regolare i servizi resi allo Stato e definire in modo stabile le risorse corrispettive: «Non chiediamo fondi a prescindere, ma un sistema equo basato sul rapporto tra funzioni svolte e risorse necessarie».

Autonomia sul personale e stop alla «fuga» verso altri enti

Tra i nodi affrontati anche quello del personale comunale, settore in cui Roma «soffre molto il confronto con altri enti». «A parità di responsabilità – ha detto Gualtieri – i compensi sono spesso inferiori e si verifica una fuga verso altre amministrazioni. Serve maggiore autonomia nella gestione delle politiche del personale per garantire reclutamento e stabilità».

«Bene il superamento dell’autonomia finanziaria dei municipi»

Sul decentramento amministrativo, il sindaco ha espresso apprezzamento per l’abbandono di proposte che prevedevano autonomia finanziaria per i municipi. «Sarebbe stato un errore – ha spiegato – perché avrebbe aumentato il divario tra centro e periferia, rendendo più difficile offrire servizi di pari livello. Il testo attuale trova un buon punto di equilibrio, valorizzando i municipi come strutture di prossimità ma senza creare nuove diseguaglianze».

Le reazioni: Morassut e Rampelli

Sostegno al percorso di riforma è arrivato anche dal deputato del Pd Roberto Morassut, che ha definito l’intervento di Gualtieri «chiaro e costruttivo». «È in corso – ha affermato – un processo di riforma istituzionale che dopo anni consente di vedere una concreta prospettiva di positiva conclusione attraverso un percorso condiviso. Il Parlamento dovrà consolidarlo senza spirito di parte né politica né territoriale».

Dello stesso avviso anche Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera (FdI): «Finalmente possiamo riprendere da dove si era lasciato nella scorsa legislatura, la cui chiusura anticipata aveva impedito l’ultima lettura del provvedimento. L’adesione del sindaco Gualtieri al testo condiviso con il Governo mette a sintesi le esigenze delle tre istituzioni coinvolte. Ora bisogna correre verso la legge ordinaria, quella che farà uscire di scena le istituzioni e porterà benefici concreti ai cittadini».

L’iter parlamentare

Il disegno di legge costituzionale sulla riforma di Roma Capitale è attualmente all’esame della Commissione Affari costituzionali della Camera, dopo il via libera in prima lettura del Senato lo scorso luglio. L’obiettivo dichiarato delle forze politiche è approvarlo entro la fine dell’anno, per consentire l’avvio immediato dei lavori sulla legge ordinaria che dovrà definire nel dettaglio le nuove competenze, le risorse e l’assetto amministrativo della Capitale.

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