Roma, 15 dicembre 2025
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Occupazione di suolo pubblico, concesso più tempo per adeguarsi alle nuove regole

Via libera dell’assemblea capitolina alla dilazione fino al 31 marzo 2026. Lucarelli: «Mantenuta la parola con le categorie, sostegno alle imprese nel rispetto del decoro urbano»

di Redazione La CapitaleULTIMO AGGIORNAMENTO 4 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Ancora tre mesi. Slitta al 31 marzo 2026 il termine per la presentazione delle domande di adeguamento alle nuove regole sull’occupazione di suolo pubblico (osp). Lo prevede l’emendamento approvato dall’assemblea capitolina, che recepisce l’impegno assunto dal sindaco e dall’assessorato alle Attività produttive con le categorie economiche, fissando un nuovo calendario per l’attuazione del Regolamento ops.

Nuove scadenze e disapplicazione dei piani comunali

Il provvedimento stabilisce che le imprese avranno tempo fino al 31 marzo 2026 per presentare la domanda di adeguamento alle nuove norme. Contestualmente, dal primo gennaio 2026 saranno disapplicati i piani di massima occupabilità comunali, mentre resteranno in vigore i piani della Sovrintendenza del 2006, a tutela del patrimonio storico e monumentale della città.

Lucarelli: «Un punto fermo dopo mesi di incertezza»

«Con il sindaco– spiega l’assessora capitolina alle Attività produttive, pari opportunità e attrazione investimenti Monica Lucarelli – abbiamo mantenuto la parola data al tavolo con le categorie. La dilazione al 31 marzo 2026 consente di accompagnare in modo ordinato l’applicazione del nuovo Regolamento osp e di offrire un punto fermo dopo le incertezze generate dalle notizie sulla proroga delle norme emergenziali fino al 2027».

L’assessora chiarisce che il nuovo termine è vincolante: «Le imprese hanno ora una nuova data per presentare le domande di adeguamento: chi non lo farà entro quel termine decadrà. È un principio di vicinanza alle nostre imprese».

Superati strumenti non più attuali

Secondo Lucarelli, la scelta di disapplicare i piani di massima occupabilità comunali va nella stessa direzione: «Permette di superare strumenti non più attuali e che, in alcuni casi, rischiavano di facilitare rendite di posizione». Resta però ferma la tutela del patrimonio storico: «Sono naturalmente salvi i piani della Sovrintendenza del 2006».

Pedane nei siti Unesco: valutazioni più flessibili

Nel pacchetto di misure rientra anche l’adeguamento a quanto indicato da una recente sentenza del Tar, che consente l’installazione di pedane nei siti Unesco previa istruttoria e compatibilmente con i pareri delle sovrintendenze e della polizia locale. «Non si tratta di un via libera generalizzato – precisa Lucarelli – ma di una richiesta di valutazione più flessibile, che l’amministrazione recepisce garantendo sempre la tutela del patrimonio e la coerenza con i principi del nuovo Regolamento».

Il metodo: confronto e solidità giuridica

L’assessora sottolinea infine il lavoro svolto dagli uffici capitolini: «Abbiamo lavorato con il dipartimento Sviluppo economico e attività produttive, con il segretariato e con l’assessorato al Bilancio per individuare la strada più rapida e solida dal punto di vista giuridico, intervenendo con un emendamento al Regolamento delle entrate come atto di pari livello».

Il confronto con territori e categorie continuerà: «Il tavolo osp che abbiamo istituito è il luogo in cui costruiamo soluzioni concrete e applicabili. La nostra linea è chiara: sostenere chi opera nel rispetto delle regole, valorizzare il decoro urbano e assicurare qualità nello spazio pubblico della Capitale».

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