
Un’altra scritta al liceo classico Giulio Cesare dove è comparsa una seconda «lista stupri», questa volta con i nomi di due professoresse che è stata scoperta nella serata del 18 dicembre, nell’anticamera del primo piano dell’istituto.
A denunciarlo sono stati i rappresentanti degli studenti, che attraverso i canali social hanno parlato di un gesto «deplorevole» e profondamente inquietante. La comunità studentesca si dice «ancora una volta indignata» e costretta a prendere atto di un episodio rivissuta ad una distanza così breve dal precedente.
Solo il 27 novembre scorso, sui muri del bagno maschile del Giulio Cesare era apparsa una prima «lista stupri» con i nomi di otto studentesse e di uno studente. Un fatto di estrema gravità che ha portato la Procura di Roma, in coordinamento con il Tribunale dei minori, ad aprire un’inchiesta con l’accusa di istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale.
A rendere il quadro ancora più allarmante c'era stato anche un altro episodio. La scorsa settimana una lista simile è comparsa nei bagni maschili del vicino liceo Carducci, segno che il fenomeno rischia di allargarsi oltre i confini di un singolo istituto.
Secondo i rappresentanti degli studenti del Giulio Cesare, il ripetersi di queste scritte è «la prova evidente» che chi le ha realizzate ha agito con piena consapevolezza, ignorando deliberatamente una denuncia già avvenuta, l’indignazione collettiva e il percorso di sensibilizzazione avviato dopo il primo episodio.
Il fatto che questa volta siano coinvolte due docenti viene definito ancora più grave, perché colpisce direttamente l’autorevolezza e la sicurezza della scuola come comunità educativa. Non si tratta, sottolineano, di una provocazione fine a sé stessa, ma di un atto di violenza simbolica che lascia un segno profondo.
Il nuovo episodio si inserisce in un contesto già teso. Il liceo Giulio Cesare è ancora occupato, e proprio in queste ore i presidi di Roma e del Lazio hanno espresso «forte indignazione» per il fenomeno delle occupazioni scolastiche. In una lettera, l’Associazione nazionale presidi denuncia centinaia di migliaia di euro di danni agli istituti superiori e gravi disagi per studenti, docenti e dirigenti.
Secondo l’Anp, le occupazioni comportano rischi per la sicurezza e un forte stress per i dirigenti, spesso impegnati in lunghe trattative con piccoli gruppi di studenti. «Pochi impediscono il diritto allo studio della maggioranza», denunciano i presidi, chiedendo un intervento deciso delle istituzioni per individuare i responsabili. «È uno scempio del vivere civile e delle scuole», affermano Cristina Costarelli e Mario Rusconi.
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