
La Procura di Roma ha aperto un’indagine sul caso della cosiddetta «lista stupri», comparsa alla fine di novembre su una parete dei bagni del liceo classico Giulio Cesare. L’ipotesi di reato è pesante: istigazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale. L’inchiesta è coordinata con il Tribunale dei minori, visto che i possibili responsabili potrebbero essere studenti dell’istituto.
Nei giorni scorsi i magistrati hanno ricevuto una prima informativa dalla Polizia, che ha ascoltato anche la preside del liceo. Al momento il fascicolo è contro ignoti. A condurre le indagini sono gli agenti della squadra mobile della Capitale, affiancati dalla Digos, impegnata in accertamenti su profili legati a eventuali movimenti studenteschi.
La vicenda era stata portata alla luce dal collettivo studentesco Zero Alibi, che sui propri canali social aveva segnalato la comparsa della scritta, accompagnata da un elenco di nove nomi: otto ragazze e un ragazzo del liceo. Il post aveva rapidamente attirato l’attenzione dell’opinione pubblica.
Sul caso è intervenuto anche il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, definendo la vicenda «un fatto grave che va indagato e sanzionato duramente». Il ministro ha aggiunto che, grazie alle nuove norme, la scuola dispone di «tutti gli elementi per procedere».
Le indagini proseguono per identificare gli autori del gesto e chiarire il contesto in cui è maturato, mentre la comunità scolastica resta scossa da un episodio che ha colpito profondamente studenti, famiglie e docenti.
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