Roma, 10 dicembre 2025
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Memorial Stefano Cucchi, il presidio a Montecitorio: «Basta con le morti di Stato»

Per l'11esima edizione il comitato promotore esporrà un'installazione simbolica composta da 72 sagome, una per ogni detenuto che si è tolto la vita nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno

di Titty Santoriello IndianoULTIMO AGGIORNAMENTO 12 ore fa - TEMPO DI LETTURA 2'

«Basta ai suicidi in carcere, basta alle morti di Stato»: è lo slogan che accompagnerà il sit-in a piazza Montecitorio dove verrà esposta un'installazione simbolica composta da 72 sagome, una per ogni detenuto che si è tolto la vita nelle carceri italiane dall'inizio dell'anno.

La manifestazione, in occasione dell’11esima edizione del Memorial Stefano Cucchi, è in programma alle 11.30 di mercoledì 10 dicembre nella giornata mondiale dei Diritti umani e prevede gli interventi della senatrice di Avs Ilaria Cucchi e dell’avvocato Fabio Anselmo.

Ilaria Cucchi

«Crisi umanitaria strutturale»

«L’Italia sta assistendo a una strage silenziosa: quella delle morti e dei suicidi nelle carceri», scrivono gli organizzatori. «I numeri del 2024 e del 2025 sono drammatici, con un record di decessi che testimonia una crisi umanitaria strutturale e non più emergenziale». «Un sistema penitenziario al collasso - aggiunge il Comitato Promotore del memorial -caratterizzato da un sovraffollamento cronico che supera il 135 per cento in molti istituti, carenze sanitarie e mancanza di personale adeguato».

Le iniziative per il memoria Stefano Cucchi

Il memorial, promosso da decine di associazioni, continuerà in serata con un aperitivo culturale e con l’iniziativa «Parole fuori, di lotte e di note in memoria di Stefano Cucchi» al Santa Libbirata - la Carretteria nel quartiere Torpignattara. Seguirà un dialogo sui diritti con Ilaria Cucchi e Kento e il reading a cura di Veronica Raimo e Davide Grillo. La serata si concluderà con il contributo degli artisti Kento, Dj Fuzzten, 1989, Matilde Politi e il coro Romolo Balzani.

«La detenzione non deve essere una condanna definitiva»

«L’emergenza delle morti in carcere non dà segni di arresto, anzi, continua a peggiorare, diventa strutturale in un Paese in cui la politica del Governo disumanizza la figura della persona reclusa e smonta metodicamente le misure e i progetti alternativi alla detenzione», ha spiegato l'attivista per i diritti umani Gianluca Peciola. «Basta alle morti di Stato - ha aggiunto - perché la detenzione non deve essere una condanna definitiva»
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