
La Procura di Roma ha iscritto sul registro degli indagati quattro persone nell’inchiesta sul crollo della Torre dei Conti, il monumento medievale a due passi dai Fori Imperiali dove ha perso la vita l’operaio romeno 66enne Octav Stroici.
Nel mirino ci sono i tecnici che hanno firmato il progetto e predisposto l’impianto dell’appalto da cui è scaturita l’assegnazione dei lavori di ristrutturazione. Ad anticiparlo è Giuseppe Scarpa su La Repubblica.
Secondo quanto emerso, i procuratori aggiunti Antonio Di Maio e Giovanni Conzo, insieme ai sostituti Mario Dovinola e Fabio Santoni, contestano agli indagati i reati di omicidio colposo e disastro colposo.
L’iniziativa formalizza i primi sviluppi dell’indagine sul cedimento del manufatto, uno dei simboli più fragili e sorvegliati del centro storico romano.
Il crollo ha riaperto il dibattito sulle condizioni di sicurezza del cantiere e sulle modalità con cui si sarebbe dovuto intervenire sul complesso medievale. In passato era stata ipotizzata anche una demolizione, poi accantonata a favore di un nuovo progetto di restauro.
L’intervento avrebbe dovuto portare alla realizzazione di un punto di informazione turistica, una caffetteria e una terrazza panoramica, un’ipotesi ritenuta poco compatibile da diversi studiosi, tra cui 25 accademici dei Lincei.
Le indagini proseguono per ricostruire l’intero percorso dell’appalto finanziato con fondi del Pnrr, dalla progettazione alla direzione dei lavori, fino alla verifica dell’iter burocratico e dei passaggi legati alla sicurezza.
Come riportato da La Repubblica, sono stati indagati i quattro progettisti che hanno firmato il restyling. Gli approfondimenti dovranno stabilire se eventuali errori o carenze procedurali abbiano contribuito al crollo costato la vita allo operaio.
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