
Il congresso di Casa Europa – Il Congresso degli europeisti, svoltosi a Roma il 29 e 30 novembre, ha riunito 300 persone, con 200 ingressi in presenza, confermando un interesse crescente per una piattaforma capace di rilanciare l’integrazione europea. Promosso da Europa Radicale, L'Europeista, Avanguardia e dal Comitato Ventotene, l’evento ha visto la partecipazione di numerosi ospiti, da Pina Picierno a Marco Lombardo, da Filippo Sensi a Sandro Gozi, da Pier Virgilio Dastoli a Roberto Castaldi, da Deborah Bergamini a Giulia Pastorella, fino a Gaetano Benedetto e Antonella Soldo.
Il filo conduttore della due giorni è stato il progetto della Federazione europea e il sostegno all’Ucraina. I congressisti hanno ribadito che la sfida russa alla democrazia «deve essere respinta», approvando una mozione ricca di obiettivi «alti e difficili».
Tra le iniziative lanciate, la proposta di una «carovana europea» che partirà da un Paese della Ue per raggiungere Kiev, oggi definita «il cuore dell’Europa». L’obiettivo è testimoniare vicinanza politica e civile all’Ucraina e riaffermare il ruolo della Ue nella difesa della democrazia.
In mattinata, nella stessa sede di Roma Eventi piazza di Spagna, si è svolto il primo congresso di Europa Radicale, con l’elezione di Igor Boni a presidente e Federica Valcauda alla tesoreria.
«Il Paese dove la propaganda russa ha maggiore impatto è l’Italia - afferma, a La Capitale, Igor Boni -. Qui, da una parte la Lega è dall'altra i 5Stelle sono i migliori amici di chi vuole abbattere da est e da ovest lo Stato di diritto e le democrazie liberali. Europa Radicale, con lo spirito dei guerriglieri nonviolenti - continua Boni - sostiene l'Ucraina che deve entrare subito nella casa europea. Una casa che - conclude - deve al più presto divenire Federazione europea se vogliamo dare un futuro alle libertà».
Il movimento ha presentato il proprio statement fondativo, in cui si definisce «un centro di elaborazione di idee e iniziative politiche radicali, laiche e liberali, promosse e agite con il metodo della nonviolenza».
Europa Radicale richiama «l’urgenza di creare uno spazio nuovo» per difendere diritti umani, stato di diritto e autodeterminazione, promuovendo una politica transnazionale capace di contrastare «la crescente minaccia dei regimi autoritari» e rilanciare l’intuizione degli «Stati Uniti d’Europa». La scelta del nuovo soggetto politico nasce, si legge nel manifesto, dalla volontà di «non rimanere con le mani in mano» di fronte alle crisi globali.
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