
«Non c’è spazio a Roma per chi non agisce con correttezza e nella legalità». Così il sindaco Roberto Gualtieri sull'indagine con cui, stando a quanto riportato dal quotidiano Repubblica, la procura di Roma ha acceso i riflettori su un sistema corruttivo legato alla manutenzione degli ascensori nelle case popolari della Capitale. Nel commentare la notizia apparsa sulla stampa il primo cittadino ha voluto esprimere il sostegno dell’amministrazione all’azione della magistratura: «Ringrazio la procura della Repubblica per aver concluso un’importante indagine avviata nel 2022. Naturalmente spetterà alla magistratura valutare le responsabilità dei funzionari al centro dell’indagine, ma è molto importante che si sappia che chi pensa di poter perseguire illecitamente interessi personali nell’esercizio delle sue funzioni verrà individuato e perseguito».
Secondo Repubblica sarebbero diciotto gli indagati, tra cui cinque funzionari del Comune e diversi imprenditori del settore. Le accuse spaziano dalla corruzione al falso, fino alla truffa ai danni dell’amministrazione pubblica. Al centro dell’inchiesta ci sarebbe un meccanismo collaudato che avrebbe permesso a imprese private di incassare fondi pubblici per lavori mai effettuati, grazie alla complicità di dipendenti pubblici disposti a rilasciare attestazioni false in cambio di mazzette in contanti. Gli ascensori coinvolti, installati in numerosi palazzi di edilizia residenziale pubblica, sarebbero stati privi di manutenzione ordinaria, esponendo a rischio la sicurezza di migliaia di residenti, tra cui anziani e bambini.
Secondo la ricostruzione giornalistica, il sistema avrebbe operato con particolare intensità tra il 2020 e il 2022, toccando diversi quartieri periferici come Tor Bella Monaca, San Basilio e la zona est della Capitale. Le ditte coinvolte avrebbero beneficiato della complicità di alcuni direttori dei lavori interni al Comune per simulare controlli, segnalare guasti inesistenti e certificare la fornitura di componenti mai acquistati. In risposta alle notizie emerse, oltre al sindaco, è intervenuta anche l'assessora capitolina ai Lavori pubblici Ornella Segnalini: «Si tratta di una procedura avviata negli anni precedenti all’attuale amministrazione», ha spiegato, precisando che la gara d’appalto, suddivisa in quattro lotti e indetta nel gennaio del 2018 tramite bando Consip, è stata aggiudicata nel 2020 e si è conclusa nel 2023.
«Le ditte - ha aggiunto l'assessora - non hanno altri contratti stipulati con l’amministrazione». Segnalini ha inoltre ricordato che nel 2022, dopo l’avvio delle indagini da parte della magistratura, il Campidoglio ha immediatamente rimosso i direttori dei lavori coinvolti, riassegnandoli a funzioni prive di contatti con appalti o imprese. «Abbiamo agito con responsabilità e tempestività – ha sottolineato – adottando le misure consentite dalla normativa vigente». La linea dell’amministrazione è dunque netta: collaborazione piena con la magistratura e nessuna tolleranza verso condotte illecite. L’inchiesta punterà ora ad accertare l’intera rete di responsabilità, sia tra gli imprenditori beneficiari delle truffe sia all’interno della macchina comunale. L’attenzione resta alta su altri appalti passati, mentre il Campidoglio assicura di aver già preso le contromisure necessarie per evitare il ripetersi di simili episodi.
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