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Una legge della Regione Lazio potrebbe permettere di trasformare i cinema in centri commerciali o simili

Anita Armenise

Le modifiche proposte dall'amministrazione regionale stravolgerebbero radicalmente alcune Disposizioni in materia di cinema e audiovisivo introdotte dalla precedente amministrazione regionale, quella di Zingaretti

cinema roma

C'è una legge regionale, già approvata dalla giunta di Francesco Rocca ad agosto del 2024 e che presto sarà votata dal Consiglio che potrebbe permettere ai cinema, sale teatrali e centri culturali chiusi di essere trasformati in centri commerciali o sale biliardo o altre attività. Si tratta della proposta di legge 171, promossa dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli, intitolata «Semplificazioni e misure incentivanti il governo del territorio», e interviene su diverse leggi riguardanti la pianificazione urbanistica e riguarda in particolare le regolamentazioni inerenti a teatri, cinema e centri culturali polifunzionali.


Cinema, le modifiche alla legge regionale

Le modifiche proposte stravolgerebbero radicalmente alcune Disposizioni in materia di cinema e audiovisivo introdotte dalla precedente amministrazione regionale, quella di Zingaretti, alterandone gli equilibri e, in alcuni casi, sovvertendone del tutto l’impianto normativo.


Una delle modifiche principali riguarda la legge regionale del 18 luglio 2017, n. 7, sulle disposizioni per la rigenerazione urbana e il recupero edilizio. Secondo il nuovo testo normativo, le sale cinematografiche e i centri culturali polifunzionali chiusi o inattivi entro il 31 dicembre 2023 potranno essere «ristrutturati o demoliti e ricostruiti dopo dieci anni di inattività», mantenendo inalterata la superficie lorda e consentendo la conversione a nuove destinazioni d’uso.


Per le strutture ancora operative al dicembre 2023, il cambio di destinazione d’uso sarà possibile solo se saranno trascorsi almeno quindici anni consecutivi dalla cessazione dell’attività.


Fino a quest'anno questo processo era stato impedito dalla legge regionale che consentiva l’esercizio di attività commerciali, fino ad un massimo del 30 per cento della superficie complessiva dei cinema e dei teatri, tra l'altro «purché tali attività fossero svolte unitamente all’attività prevalente».


Ma questa la «rifunzionalizzazione» permettebbe di destinare «fino al 50 per cento della superficie di progetto ad attività commerciali, quali bar, ristoranti, tavole calde, sale da thè, librerie, palestre ed attività ad esse assimilabili», attività che per la legge oggi vigente dovevano rimanere in un range del 35 per cento della superficie totale del cinema o del teatro. 

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