Ultima Generazione contesta il governo a Montecitorio con «Mille Forbici» per «tagliare» l'Iva
- Edoardo Iacolucci
- 2 giorni fa
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Ultima Generazione protesta a Montecitorio con «mille forbici» chiedendo il taglio dell'Iva sui beni essenziali

Di nuovo in protesta a Montecitorio. Questa mattina, otto attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione, nell'ambito della campagna «Il Giusto Prezzo» hanno inscenato una protesta simbolica. L'azione, iniziata intorno alle 10, ha visto lo spargimento di mille forbici da cartoleria sul piazzale, un gesto inteso a simboleggiare la richiesta al governo di «tagliare» l'Iva sui beni essenziali.
Gli attivisti avevano l'intenzione di dispiegare uno striscione con la scritta «Tagliamo l'Iva» e di rivolgere un appello pubblico. Tuttavia, le forze dell'ordine sono intervenute tempestivamente, impedendo l'apertura dello striscione e procedendo al fermo delle otto persone, successivamente condotte in Questura.
Ragioni della protesta con le forbici: Iva su beni essenziali e critiche al governo
Giacomo, consulente legale di 33 anni e membro di Ultima Generazione, ha commentato l'azione, sottolineando la semplicità della richiesta:
«Noi non chiediamo mille tagli, ma solo un taglio sui beni primari. Pane, latte, frutta non sono beni di lusso. Sono vita quotidiana. E tassarla è ingiusto. Vogliamo il Giusto Prezzo. Meloni l'aveva promesso».
L'attivista ha poi aggiunto che le risorse per tale taglio sarebbero reperibili dagli «extraprofitti» di settori come l'agribusiness, la grande distribuzione organizzata (Gdo), l'industria fossile e militare, e i grandi patrimoni.
Ultima Generazione annuncia inoltre una mobilitazione più ampia, con l'intenzione di avviare un
boicottaggio dei supermercati a partire dall'11 ottobre, qualora la richiesta non venga accolta. L'obiettivo è raccogliere 100.000 adesioni per questa iniziativa.
Il movimento critica l'attuale governo su due fronti principali: da un lato, la mancata attuazione della promessa di ridurre l'Iva sui beni essenziali, che secondo gli attivisti incide negativamente sul potere d'acquisto delle famiglie, già calato del 10 per cento. Dall'altro, Ultima Generazione accusa il governo di voler «tagliare la democrazia», citando come esempio l'intenzione di aumentare a un milione le firme necessarie per attivare il processo referendario e la sorta di «sabotaggio» del referendum dell'8 e 9 giugno. Il movimento ribadisce la propria opposizione a «ogni forma di repressione del dissenso» e la volontà di portare in piazza la richiesta di giustizia climatica ed economica.
Il boicottaggio come strumento di pressione
Ultima Generazione giustifica la scelta del boicottaggio come una tattica di pressione collettiva efficace, citando l'esempio della Croazia, dove una misura simile «ha portato - spiegano gli attivsti - il governo a calmierare i prezzi. Colpendo economicamente e mediaticamente la Gdo».
Il movimento sostiene che colpire economicamente e mediaticamente la Gdo possa spingerla a sostenere la loro richiesta di taglio dell'Iva. Gli attivisti ambientalisti considerano la grande distribuzione come un settore potente e poco trasparente che, a loro dire, «scarica i costi su chi è più fragile» e allo stesso tempo «aumenta profitti e potere».
Il boicottaggio, viene dunque definito un «passo in avanti verso una partecipazione di massa, accessibile, determinata ed efficace» che si affianca alle altre forme di disobbedienza civile già praticate dal gruppo.