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Cresce l'hype per «The Art of Disobedience», il documentario di Geco è prossimo all'uscita

  • Giacomo Zito
  • 10 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

Il film era stato annunciato a settembre scorso. Ora, un nuovo trailer ne annuncia l'uscita a breve

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C’è chi quando vede il suo tag a caratteri cubitali sui muri più inaspettati di Roma si sente a casa e chi, invece, la scritta «Geco» la vorrebbe cancellare ovunque. Nonostante le visioni contrastanti, c'è però una cosa certa: Geco è un nome che ormai è diventato un simbolo dei muri di Roma. A breve, un nuovo documentario ne racconterà la storia del nome e di chi c'è dietro.


L’arte della disobbedienza

Si chiama «The Art of Disobedience» ed è un film annunciato, scritto e diretto dal più noto writer romano. Atteso da lungo tempo - il primo teaser, seguito dalla scritta «Are you ready?» era del settembre 2024 - ora sembra che la sua uscita sia prossima. 


Il 3 marzo, infatti, dalle pagine social di theartofdisobedience è uscito infine il trailer integrale, corredato stavolta dal messaggio «coming out soon».


Il documentario viene descritto come «un progetto indipendente, scritto e diretto da Geco, il writer più conosciuto d’Italia, con immagini esclusive che ti immergono nel cuore delle strade. Un film per chi ha il coraggio di guardare oltre le apparenze».


La descrizione sembra in effetti confermare le aspettative: attraverso immagini riprese da una bodycam, si vedono spezzoni del noto writer mentre prepara alcuni dei suoi pezzi iconici, aprendo spazi chiusi o calandosi da terrazzi per riempire i muri della capitale con la famosa scritta a caratteri cubitali.



Le opinioni e la storia di Geco

Nel trailer non si vedono però solo azioni tanto illegali quanto spettacolari. A quanto sembra trasparire, infatti, il film sarà intervallato da diverse interviste in cui si apre anche il dibattito su un aspetto di interesse generale. La sua è arte o è vandalismo?


Il tema riporta indietro almeno a cinque anni fa quando, nel 2020, la sindaca di Roma Virginia Raggi annunciò in un post social il suo arresto, svelandone la vera identità. Quello che sarebbe dovuto apparire come un messaggio contro le azioni illegali del writer trovò però una forte resistenza di chi, invece, nei gesti di Geco vedeva dell’arte.


Sulla discussione tra le due visioni ancora oggi c’è molta divergenza, che viene affrontata anche nel film - il cui punto di vista pende ovviamente a favore dell’artista - attraverso le interviste a «colleghi» ed esperti del settore. 


L’uscita del documentario, quindi, non potrà che riaprire una discussione che Geco più di tanti altri artisti del settore ha saputo contorcere, bilanciandosi - letteralmente - tra un’arte prettamente visiva e una quasi performativa. Da quel mix ne è uscito uno stile stupefacente e, per quanto criticato, indimenticabile.

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