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Tensione al carcere minorile di Casal del Marmo: incendi e poliziotti intossicati

Redazione La Capitale

Escalation di violenza a Casal del Marmo: incendio al carcere minorile di Roma. Il Sappe lancia l'allarme e sollecita azioni urgenti

Carcere minorile di Casal del Marmo
Carcere minorile di Casal del Marmo

Un’altra giornata di tensione all’istituto penale per minorenni di Roma, a Casal del Marmo, conferma la drammatica crisi che il Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) denuncia da tempo. Questa volta, l’emergenza ha preso la forma di un incendio scoppiato nella palazzina 252, al piano terra, dove alcuni detenuti hanno dato fuoco a materassi e coperte nel corridoio. Due poliziotti sono rimasti intossicati. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, un’ambulanza e una pattuglia della polizia.


Maurizio Somma, segretario per il Lazio del Sappe, descrive una situazione ormai insostenibile: «L’escalation di eventi critici presso l’Ipm di Roma continua incessante. È diventata una quotidianità fatta di aggressioni, stress e pericolo per il personale. Ci chiediamo cosa debba accadere di peggio affinché l’amministrazione prenda provvedimenti seri per ristabilire la sicurezza e un clima sereno nell’istituto».


Il monito di Capece: «Respirare un’aria diversa nelle carceri»

Donato Capece, segretario generale del Sappe, ha espresso vicinanza ai poliziotti coinvolti e ha ribadito la necessità di affrontare l’emergenza penitenziaria. Ha elogiato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per aver richiamato l’attenzione sul sistema carcerario nel suo discorso di fine anno.


«Sono inaccettabili le condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria, sempre più vittima di aggressioni e violenze da parte di una minoranza della popolazione detenuta. Tuttavia, è necessario lavorare affinché le carceri, anche quelle minorili, diventino luoghi dove si possa respirare un’aria diversa, che allontani i detenuti dall’illegalità e dal crimine», ha dichiarato Capece.


La proposta del Sappe: tre livelli per un sistema penitenziario più efficace

Per affrontare le criticità, il Sappe propone un sistema penitenziario suddiviso in tre livelli:

1. Pene alternative al carcere per reati meno gravi, con condanne inferiori ai 3 anni, come la messa alla prova.

2. Carcerazione per reati più gravi, con istituti meno affollati grazie alla riduzione della custodia cautelare e all’applicazione del primo livello.

3. Massima sicurezza, riservata ai detenuti più pericolosi, dove il contenimento è prioritario.


Capece sottolinea che il sovraffollamento è un problema storico, ma non insormontabile, ricordando che altri Paesi europei hanno trovato soluzioni efficaci. «Il carcere spesso diventa lo strumento per affrontare problemi sociali che la società non sa risolvere altrimenti», osserva.


Giustizia minorile: necessità di riforma

Il Sappe pone anche l’accento sulla necessità di rimodulare il sistema della giustizia minorile, a partire dall’eliminazione della possibilità per i giovani adulti fino a 25 anni di permanere negli istituti per minori. «Questa disposizione contribuisce all’ingovernabilità degli Ipm», denuncia Capece.


Richiamando il motto del Corpo di polizia penitenziaria, «Despondere spem munus nostrum» (Garantire la speranza è il nostro compito), Capece conclude: «La polizia penitenziaria lavora quotidianamente con professionalità e umanità, ma il sistema va ripensato per garantire un futuro migliore sia ai detenuti sia agli operatori che li assistono».

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