Salvini si smarca, il Comitato insorge: le ultime sul porto crocieristico di Fiumicino passano dal Senato
- Giacomo Zito
- 3 ore fa
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Salvini scarica le responsabilità rispondendo all'interrogazione della senatrice M5S Alessandra Maiorino. Secondo i Tavoli del Porto è una «posizione pilatesca, il governo non può voltarsi dall’altra parte»

«Non è accettabile che un’opera pensata per accogliere le più grandi navi da crociera al mondo venga trattata come una questione locale». Con queste parole il Comitato Tavoli del Porto ha commentato la risposta data dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini all’interrogazione parlamentare presentata in Senato l'8 maggio scorso dalla senatrice M5S Alessandra Maiorino.
Nel comunicato diffuso il 13 maggio, i comitati accusano il Ministro di un atteggiamento «pilatesco» e definiscono «paradossale» la sua presa di distanza dal progetto, che prevede un nuovo porto crocieristico a gestione privata a Fiumicino, promosso da Royal Caribbean.
La risposta di Salvini: «Non è competenza del MIT»
Le dichiarazioni contestate arrivano dalla risposta fornita da Salvini in Senato, durante un question time. Secondo il ministro, il progetto del porto di Fiumicino non rientra tra gli scali strategici nazionali, e dunque non è di competenza diretta del Ministero delle Infrastrutture. A sostenere l’opera – ha spiegato – sono stati il Comune di Fiumicino, la Regione Lazio e il Commissario per il Giubileo (ovvero il sindaco di Roma Roberto Gualtieri).
Salvini ha inoltre dichiarato che l’infrastruttura sarà «prevalentemente diportistica», con attracchi crocieristici solo saltuari, e che non esistono rilievi critici da parte dell’Autorità Portuale. Ha parlato di un’opera a carico esclusivo del privato, utile a gestire l’aumento del traffico turistico, sostenendo che il porto pubblico di Civitavecchia sia vicino alla saturazione.
Le risposte di Maiorino e del Comitato
Su entrambe le questioni hanno quindi sollevato non poche perplessità sia il Comitato Tavoli del Porto che la stessa senatrice. In merito alla dichiarazione sulla natura diportistica del porto, secondo il Comitato il progetto prevede «1,3 milioni di passeggeri da aprile ad ottobre con una media di oltre 6000 crocieristi al giorno». Se i numeri fossero tali, di certo l'importanza del progetto crocieristico non sarebbe così tanto secondaria a quello diportistico così come il ministro vuole far credere.
Il Comitato ha inoltre espresso criticità sulla mancata menzione da parte del ministro del parere contrario della Capitaneria di Porto, i rischi ambientali già visibili sul litorale e il pericolo di sovrapposizione con il porto pubblico di Civitavecchia. I comitati temono che Fiumicino diventi il primo terminal crocieristico interamente privatizzato in Italia, aprendo la strada a un modello che potrebbe «destabilizzare l’intero sistema della portualità pubblica».
L’uso improprio della normativa sui porti turistici per realizzare di fatto un terminal crocieristico commerciale è stato un ulteriore argomento sollevato dalla senatrice Maiorino in risposta a Salvini.
La senatrice ha infine messo in guardia dal rischio di conflitto con il porto pubblico di Civitavecchia, temendo una duplicazione delle infrastrutture e una deregolamentazione della governance portuale nazionale.
L'affondo finale è quindi dedicato alla natura stessa della concessione che riguarderà il porto di Fiumicino nel momento in cui si dovesse trasformare nel primo esempio in Italia di porto crocieristico completamente gestito da privati: «Prendo atto ancora una volta del fatto che il vostro Governo è disposto quindi a privatizzare e accedere ai privati tutti gli asset più preziosi di questo Paese [...] danneggiando pericolosamente l'autorità marittima e l'autorità portuale che finora era l'unica responsabile delle nostre infrastrutture strategiche appunto come questa dovrebbe essere».
La vicenda: un progetto contestato sin dalla sua rinascita
Il progetto del porto a Fiumicino nasce negli anni ’90 come marina turistica, ma dopo anni di inattività e fallimenti, viene rilanciato nel 2021 dalla società Fiumicino Waterfront, controllata da Royal Caribbean, che propone una trasformazione in chiave crocieristica.
Nel 2023, nonostante fosse già evidente che i lavori non si sarebbero conclusi in tempo, il progetto viene inserito tra le opere strategiche per il Giubileo, guadagnando così un iter autorizzativo agevolato. Una scelta fortemente sostenuta da tutte le amministrazioni comunali di Fiumicino, passate e presenti, che secondo i comitati ha garantito ai promotori “corsie preferenziali” a fronte di un’opera che poco ha a che fare con l’urgenza dell’evento religioso.
L’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Baccini, ha inoltre tentato di accelerare ulteriormente i tempi, chiedendo direttamente al Ministero l’approvazione della variante del progetto. Una mossa che ha ricevuto un altolà da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha imposto l’apertura di una gara pubblica per eventuali proposte alternative, bloccando di fatto il tentativo di procedere senza concorrenza.
Nel frattempo, la Valutazione di Impatto Ambientale nazionale è ancora in corso, con molteplici osservazioni critiche da parte di cittadini, esperti e istituzioni. I promotori puntano ad aprire i cantieri entro fine 2025, ma l’opera continua a sollevare ampie perplessità sul piano ambientale, urbanistico e democratico.