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«Questa non è sicurezza, è repressione»: Cucchi con gli attivisti di Extinction Rebellion fermati a Roma

  • Edoardo Iacolucci
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

I fermati – 70 in tutto – sono stati condotti nel Centro di identificazione di via Patini. Proprio lì si è recata la senatrice Ilaria Cucchi, di Alleanza Verdi e Sinistra, accompagnata da Luca Blasi, coportavoce della rete «No Ddl Sicurezza»

Ilaria Cucchi in via Patini (L. Blasi)
Ilaria Cucchi al Centro di identificazione di via Patini (L. Blasi)

Una protesta nonviolenta, colorata, simbolica, finita in un centro di identificazione. È successo questa mattina davanti al ministero della Giustizia, dove circa cento attivisti e attiviste di Extinction Rebellion hanno messo in scena un flash mob contro il decreto Sicurezza voluto dal Governo. Con polveri colorate in aria e cartelli provocatori, i manifestanti hanno denunciato quella che definiscono una «deriva autoritaria» in atto nel Paese.


Poco dopo l'inizio dell'azione, le forze dell’ordine hanno bloccato la protesta, prelevando decine di partecipanti. Alcuni hanno parlato apertamente di un fermo illegittimo: «Questo non è un fermo regolare, è sequestro di persona, ci dovete liberare!», ha gridato qualcuno dalla folla.

Altri hanno sottolineato che la protesta era pacifica e che il preavviso, presentato regolarmente, non rappresentava un'autorizzazione obbligatoria.


Ilaria Cucchi al centro di identificazione di via Patini

I fermati – 70 in tutto – sono stati condotti nel Centro di identificazione di via Patini. Proprio lì si è recata la senatrice Ilaria Cucchi, di Alleanza Verdi e Sinistra, accompagnata da Luca Blasi, coportavoce della rete «No Ddl Sicurezza».



«Le pessime norme del decreto sicurezza voluto dalla destra si iniziano a vedere»,

ha commentato Ilaria Cucchi.


«Oggi ragazzi e ragazze, la cui unica colpa è quella di dissentire in maniera vistosa, sono stati trattati come criminali. La sicurezza della Meloni è punire chi manifesta per una giusta causa». La senatrice ha parlato di una «gigantesca punizione collettiva».

Un atto che – a suo dire – si abbatte su «giovani, fragili e detenuti», ovvero i principali «nemici» di questa destra che definisce «del manganello».

«Questa non è sicurezza, è repressione»: Cucchi con gli attivisti fermati a Roma

Secondo Cucchi, il decreto Sicurezza è il simbolo di uno Stato che tende sempre più a criminalizzare la protesta:

«Non permetteremo questa deriva autoritaria, non permetteremo che la paura prenda il posto dei diritti. Continueremo a contrastare questa legge liberticida in Parlamento e nel Paese», ha aggiunto.


In un altro passaggio del suo intervento, Cucchi ha lanciato un monito:

«Se le autorità non sono capaci di accettare una denuncia pubblica del proprio operato, vuol dire che lo spazio della democrazia si sta chiudendo. Forse si è già chiuso, alle spalle degli indifferenti».

L’accusa è chiara: contro il dissenso sarebbe in corso una vera e propria intimidazione. Per questo, ha ribadito la necessità di vigilare: «Tocca a tutte e tutti fare in modo che il dissenso possa esprimersi senza temere per la propria incolumità».


Blasi, assessore III municipio: «Qui per tutelare»

Presente con Cucchi anche Luca Blasi, assessore alla Cultura e Politiche Abitative del III municipio, che ha denunciato un abuso degli strumenti repressivi come i fogli di via:

«Siamo qui per tutelare chi protesta, e lo faremo anche il prossimo 4 maggio in un’assemblea pubblica con associazioni e movimenti, in vista della mobilitazione nazionale contro il decreto prevista per il 31 maggio».

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