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Pamela Mastropietro, rigettato il ricorso della difesa di Oseghale: «Ci fu anche violenza sessuale»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 17 gen
  • Tempo di lettura: 2 min

La cassazione ha rigettato il ricorso straordinario presentato dai legali di Innocent Oseghale, il 35enne condannato in via definitiva all'ergastolo per aver ucciso e fatto a pezzi la 18enne Pamela Mastropietro

Pamela Mastropietro e Innocent Oseghale
Pamela Mastropietro e Innocent Oseghale

«Ci fu anche violenza sessuale». Con questa sentenza la cassazione ha rigettato il ricorso straordinario presentato dai legali di Innocent Oseghale, il 35enne condannato in via definitiva all'ergastolo per aver ucciso e fatto a pezzi la 18enne Pamela Mastropietro. I resti della giovane furono ritrovati in due trolley alla periferia di Pollenza, in provincia di Macerata, il 31 gennaio 2018.


Rigettato il ricorso sul caso di Pamela Mastropietro

L'accusa di violenza sessuale, di cui i difensori di Oseghale Umberto Gramenzi e Simone Matraxia avevano chiesto l'esclusione, era stata riconosciuta dai giudici del secondo processo d'appello a Perugia. La decisione di rispettare l'opposizione al ricorso da parte della Procura generale e della famiglia di Mastropietro è stata depositata in cancelleria nella mattinata di venerdì 17 gennaio.


La difesa di Oseghale: «C'è rammarico»

È stato dunque confermato l'ergastolo per Oseghale. Deluso l'avvocato Matraxia: «C'è rammarico, le nostre argomentazioni erano molto valide come dimostra il fatto che il ricorso era stato considerato ammissibile in prima battuta e anche all'esito della decisione che si è conclusa con un rigetto e non con una inammissibilità».


La madre di Mastropietro: «Sollevata»

Al contrario, la famiglia di Mastropietro si dice «sollevata». «Sono contenta. Spero finalmente - dice la madre Alessandra Verni - che Oseghale non esca più dal carcere e non possa fare più male a nessuno. Voglio ancora incontrarlo, ho tanto da dirgli, ma questa non deve essere per lui una giustificazione o una strada per avere permessi. Da parte sua non vedo nessun pentimento. Questo ricorso mentre abbiamo firmato il consenso per l'incontro (in carcere, ndr) è stata l'ennesima pugnalata».


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