Lazio, i medici di famiglia lavorano oltre 10 ore al giorno: ecco una smentita ai falsi miti
- Redazione La Capitale
- 2 giorni fa
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Nel dettaglio, il sondaggio ha preso in esame le attività quotidiane tipo di un medico di medicina generale. Ecco il quadro emerso

Diversamente da quello che spesso si sente dire, i medici di famiglia non lavorano tre ore al giorno. Lo ribadisce con forza la Federazione Italiana Medici di Medicina Generale del Lazio, supportata da dati concreti raccolti attraverso un sondaggio e verificati anche con l'aiuto dell’intelligenza artificiale. Il risultato mostra che ogni medico lavora in media oltre 10 ore al giorno per garantire assistenza ai cittadini, ben oltre le 3 ore contrattuali spesso citate in modo polemico.
Medici di base, ecco i numeri
Nel dettaglio, il sondaggio ha preso in esame le attività quotidiane tipo di un medico di medicina generale. Ecco il quadro emerso. Si tratta di 16 visite programmate più 11 urgenti al giorno che richiedono 6,75 ore totali (calcolando 15 minuti per visita). Oltre 28 consulenze telefoniche o via email in totale 2,3 ore (5 minuti ciascuna). Circa 7 certificati di malattia che necessitano 10 minuti complessivi. Poi 41 prescrizioni di esami/visite specialistiche che impiegano 40 minuti (1 minuto ciascuna) e 78,4 prescrizioni farmaceutiche per cui ci vogliono 40 minuti (30 secondi ciascuna). Il risultato finale sono 10,5 ore di lavoro giornaliero per ogni medico di famiglia convenzionato.
Secondo la valutazione dell’intelligenza artificiale, inoltre, il carico di lavoro di questi professionisti è aumentato dal 50 al 70 per cento rispetto al periodo pre-Covid, un dato che riflette il cambiamento profondo nella sanità territoriale.
«Dire che il medico di famiglia lavora 2-3 ore al giorno o che non si trova quando serve è semplicemente falso», afferma con fermezza Giovanni Cirilli, segretario della Fimmg Lazio. «Queste affermazioni ledono la credibilità di un'intera categoria e disincentivano i giovani a intraprendere questa professione».
E rincara la dose: «Ogni giorno i medici di famiglia garantiscono cure sul territorio a milioni di cittadini. Gli attacchi alla categoria sono chiaramente mossi da motivazioni che nulla hanno a che vedere con la tutela della salute pubblica. Non è un caso – conclude Cirilli – che i principali portavoce di questa campagna denigratoria appartengano a un’élite che non ha la minima idea del nostro lavoro, perché si affidano a polizze private costose e vivono in contesti privilegiati».