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La movida romana cerca un nuovo equilibrio: tra regole, lavoro e sicurezza nasce il dialogo tra istituzioni e operatori della notte

  • Immagine del redattore: Rebecca Manganaro
    Rebecca Manganaro
  • 6 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Operatori della notte, istituzioni e forze dell’ordine a confronto all’Eur: «Costruire insieme un nuovo modello di legalità e convivenza urbana, per una Capitale che viva anche dopo il tramonto»

«La notte vale». Da sinistra Titti Di Salvo, Augusto Gregori e Roberto Massucci
«La notte vale». Da sinistra Titti Di Salvo, Augusto Gregori e Roberto Massucci

Un confronto senza retorica, concreto, sentito. Si è svolto all’hotel Hilton di viale Europa l’incontro pubblico «La Notte Vale», promosso dal municipio IX per discutere – con istituzioni, autorità, operatori e associazioni – il futuro del mondo della notte nella Capitale. A fare gli onori di casa, Augusto Gregori, vicepresidente del municipio, e Titti Di Salvo, presidente, che hanno rilanciato l’impegno dell’ente per una movida più sicura, legale e sostenibile.


L’iniziativa, che arriva a un mese dal lancio del brand municipale Eur District, ha raccolto un’ampia partecipazione. Tra i presenti, il questore di Roma Roberto Massucci, esponenti di altri municipi, l’Assemblea Capitolina con la presidente Svetlana Celli, e rappresentanti delle principali associazioni di categoria come Fipe Confcommercio, Confesercenti, Siae, Silb e Cento Italia Asso Intrattenimento.


«Lavoriamo insieme per un nuovo modello urbano e culturale della notte»

«La prima regola è rispettare le regole – ha detto in apertura Gregori –. Ma servono anche regole nuove, aggiornate, condivise. Non possiamo più lasciare soli gli operatori della notte, vessati da chiusure improvvise per l’applicazione automatica di norme che risalgono al 1931, come l’articolo 100 del Tulps. La legalità non può essere un ostacolo, ma un valore da costruire insieme: lavoratori, istituzioni, forze dell’ordine».


L’incontro ha avuto il merito di riportare al centro il tema della convivenza tra diritto al divertimento, sicurezza e rispetto del territorio. Una convivenza spesso complessa, ma necessaria per lo sviluppo sociale e culturale delle aree urbane che vivono anche dopo il tramonto.

«Noi non diciamo mai “non è di nostra competenza” – ha affermato la presidente Di Salvo – perché quando lo fai, stai dicendo in realtà che non te ne importa nulla. E invece a noi importa eccome. Il municipio IX ha scelto di farsi carico di un tema difficile, perché la notte è parte integrante della città. L’obiettivo è trovare un equilibrio, creare strumenti nuovi per ascoltare tutti e tutelare sia il diritto al lavoro che quello al riposo dei cittadini».

conferenza

Il questore Massucci: «La notte ha un valore, ma va gestita con responsabilità»

Particolarmente apprezzato l’intervento del questore Roberto Massucci, che ha accolto con favore il tono costruttivo dell’incontro: «Giornate come questa andrebbero replicate. Le parole che ho sentito oggi sono importanti: equilibrio, responsabilità, partecipazione. Ma soprattutto ho trovato significativo il superamento del concetto “non è di mia competenza”. È un cambio di passo culturale da parte dell’amministrazione e va incoraggiato».


Massucci ha richiamato tutti – istituzioni, famiglie, operatori – al ruolo educativo nei confronti delle nuove generazioni: «Se i giovani sbagliano, è anche colpa nostra. Dobbiamo costruire con loro un rapporto virtuoso con la realtà. Insegniamo il valore del coraggio, che è affrontare le difficoltà con impegno, non cercare scorciatoie. Dobbiamo far capire che la notte non è solo trasgressione, ma può essere spazio di cultura, lavoro e crescita».


Un nuovo accordo per legalità e responsabilità condivisa

Proprio in quest’ottica è stata presentata la Proposta di Accordo di Collaborazione per la Sicurezza Partecipata e la Valorizzazione della Notte, un documento che segna un cambio di paradigma nel rapporto tra autorità pubbliche, gestori dei locali e associazioni di categoria.

L’accordo nasce dalla constatazione che le attività di intrattenimento rappresentano un valore per la città, non solo dal punto di vista economico e occupazionale, ma anche sociale e culturale. Non più viste come potenziali problemi, ma come presìdi di comunità, capaci di contribuire attivamente alla sicurezza urbana.


Gli obiettivi del protocollo

Tra gli obiettivi principali del protocollo c’è l’intenzione di prevenire i rischi e valorizzare i comportamenti virtuosi, superando le logiche punitive automatiche, come l’applicazione rigida dell’articolo 100 del Tulps, che potrà essere utilizzato solo in caso di gravi violazioni reiterate. Si punta, invece, a un approccio più graduale e proporzionato, fatto di collaborazione e formazione.


Impegni degli esercizi aderenti

I gestori dei locali che aderiscono al patto si impegneranno a garantire una serie di misure preventive: dalla nomina di un referente per la sicurezza, presente durante gli eventi, all’installazione di telecamere e illuminazione esterna; dal controllo degli accessi con verifica documentale, alla presenza di operatori riconoscibili nei fine settimana, fino alla disponibilità di presidi sanitari e alla diffusione di campagne di sensibilizzazione sul consumo responsabile.


Fondamentale anche la formazione del personale, chiamato a conoscere le norme, gestire eventuali conflitti e collaborare in modo strutturato con le forze dell’ordine. Tutti i locali aderenti esporranno inoltre un Regolamento d’Uso condiviso con le istituzioni, che stabilisca comportamenti e limiti accettabili.


L'impegno delle istituzioni

Dall’altra parte, anche le istituzioni si impegnano. Verranno garantiti tavoli di confronto periodici, un canale diretto di comunicazione con i referenti dei locali e una valutazione premiale dell’adesione all’accordo nei procedimenti amministrativi. Saranno inoltre promosse iniziative pubbliche nei locali che rispettano i criteri, trasformandoli in luoghi di cultura e formazione civica.


A vigilare sull’attuazione del patto sarà un Comitato di Monitoraggio, composto da rappresentanti istituzionali e delle categorie firmatarie, che si riunirà ogni tre mesi per valutare l’andamento delle azioni, proporre eventuali aggiornamenti e coinvolgere anche scuole e formatori nei progetti educativi sulla legalità.


Una visione condivisa per una città che vive anche di notte

L’accordo ha validità biennale, è aperto all’adesione volontaria di singoli esercenti, enti pubblici e privati, e si fonda su un principio chiaro: la sicurezza non si costruisce con provvedimenti calati dall’alto, ma con fiducia, ascolto e responsabilità condivisa.


«La notte vale, appunto – ha concluso Gregori –. Vale il lavoro, vale la sicurezza, vale il futuro di una città che deve imparare a vivere anche quando il sole tramonta. E solo se lo faremo insieme, potremo costruire un modello davvero nuovo di convivenza urbana».


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