Omicidio Willy, ergastolo per Marco Bianchi, 28 anni a Gabriele in Appello-bis
- Redazione La Capitale
- 14 mar
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Con questa sentenza viene quindi disattesa la richiesta della procura generale che aveva chiesto l’ergastolo per entrambi, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche

Marco Bianchi condannato all'ergastolo mentre il fratello Gabriele, a cui sono state riconosciute le attenuanti generiche, condannato a 28 anni. Lo ha deciso la Corte d'Assise di Appello di Roma per l'omicidio di Willy Monteiro Duarte ucciso nella notte tra il 5 e il 6 settembre del 2020 a Colleferro, centro in provincia della Capitale.
La sentenza è arrivata alla fine dell'appello bis disposto dalla Cassazione limitatamente al riconoscimento delle attenuanti mentre la responsabilità penale per l'omicidio era già passata in giudicato. Con questa sentenza viene quindi disattesa la richiesta della procura generale che aveva chiesto l’ergastolo per entrambi, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche.
L'intervento della madre e dell'avvocato
«Le condanne non ci ridaranno Willy - dice la madre della vittima, Lucia -. Mi auguro che questi ragazzi apprezzino il fatto di essere vivi con un famiglia che li può vedere e sentire la loro voce. A noi di Willy è rimasta solo una fotografia e la sua voce è solo un ricordo lontano.
Mi auguro che i fratelli Bianchi imparino a rispettare gli altri e a fare in modo che un altra famiglia non viva quello che abbiamo vissuto noi», aggiunge.
«Pene severe ma che rispecchiano un accaduto cruento ed efferato - l'avvocato Massimo Ferrandino, parte civile per il comune di Artena -. Come parte civile eravamo già soddisfatti per aver cristallizzato una solidissima fase processuale questa ulteriore sentenza conferma l'ottimo operato di tutti i componenti della pubblica accusa con una particolare menzione al dottor Brando che ha portato avanti un lavoro faticoso e professionale».
Gli interventi di Marco e Gabriele Bianchi
Prima della sentenza, durante l'udienza tenuta in giornata, Marco e Gabriele Bianchi avevano reso dichiarazioni spontanee davanti alla Corte d’Appello di Roma nell’ultima udienza del processo d’Appello bis per l’omicidio di Willy Monteiro Duarte.
«Siamo addolorati per la morte di Willy e per il dolore della sua famiglia, ma non siamo mostri» avevano affermato i due imputati. In aula, Gabriele Bianchi ha difeso la propria posizione, ribadendo di non aver colpito Willy: «Sono stufo di essere descritto come una persona che non sono. Io e mio fratello abbiamo commesso errori e siamo pronti a pagare, ma non ho mai toccato Willy».
Ha poi raccontato il suo percorso in carcere: «Mi sto laureando, lavoro con serietà, non ho mai litigato con nessuno. Voglio pagare per le mie colpe, ma non confesserò mai qualcosa che non ho fatto».
Anche Marco Bianchi, intervenuto in videocollegamento dal carcere, ha espresso il suo dispiacere: «Sono responsabile per un calcio, ma non quando Willy era a terra. Pagherò per quello che ho fatto, ma non siamo mostri. Non meritiamo tutto questo odio mediatico, spero in una pena giusta».
L'appello bis e la sentenza
Dopo le dichiarazioni sono entrati in camera di consiglio i giudici chiamati a emettere la sentenza nel processo d'Appello bis sull'omicidio di Willy Monteiro Duarte.
La procura generale della Corte di Appello di Roma nelle scorse udienze ha chiesto la condanna all'ergastolo, senza il riconoscimento delle attenuanti generiche, per Gabriele e Marco Bianchi che oggi hanno reso dichiarazioni spontanee.
Al nuovo processo di Appello si è arrivati dopo che la Cassazione ha riconosciuto per tutti la responsabilità penale per omicidio volontario e ha disposto il nuovo giudizio limitatamente alle attenuanti generiche, che erano state riconosciute ai fratelli Bianchi nel primo processo di Appello, facendo scendere la condanna per i due dall'ergastolo a 24 anni.
Sono già definitive invece le condanne per gli altri due imputati, 23 anni per Francesco Belleggia e 21 anni per Mario Pincarelli. «La morte di Willy è un evento indecente sia nelle modalità in cui è avvenuta sia per i motivi» aveva detto il pg nella sua requisitoria.
Un pestaggio «brutale durato cinquanta secondi» nel quale i due fratelli Bianchi hanno avuto «un ruolo preponderante con Gabriele, esperto di Mma, che dà il via con un violento calcio al petto di Monteiro seguito subito da Marco Bianchi». I due fratelli, secondo il rappresentante dell'accusa, non hanno avuto alcun tipo di «revisione critica» in merito a quanto hanno compiuto. La sentenza è attesa nel pomeriggio.