«Oggi posso dire che sono romano»: Papa Leone XIV accolto in Campidoglio da Gualtieri
- Redazione La Capitale
- 2 giorni fa
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Il sindaco di Roma ha reso omaggio al nuovo Pontefice: «Siamo felici che Roma sia ora la sua città, saremo suoi alleati»

Papa Leone XIV è stato ufficialmente accolto in Campidoglio nel giorno del suo insediamento come Vescovo di Roma. La cerimonia ha avuto inizio alle ore 16.15 in piazza dell’Aracoeli, dove il Pontefice è stato ricevuto dal sindaco Roberto Gualtieri. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi cittadini e fedeli radunati sulle scalinate della Basilica di Santa Maria in Aracoeli, in attesa della celebrazione eucaristica presieduta dal Papa alle 17.00 a San Giovanni in Laterano.
Nel corso del suo intervento, Papa Leone XIV ha dichiarato: «Oggi posso dire che per voi e con voi sono romano», ribadendo la sua volontà di servire la città come suo nuovo Vescovo. Il Pontefice ha poi aggiunto: «Sento la grave ma appassionante responsabilità di servire tutte le sue membra, avendo a cuore anzitutto la fede del popolo di Dio, e quindi il bene comune della società. Per quest’ultima finalità siamo collaboratori, ciascuno nel proprio ambito istituzionale».
Gualtieri: «Roma sarà al suo fianco»
Il sindaco Gualtieri ha portato al Papa l’omaggio della città e, nel suo discorso, ha sottolineato il significato profondo di questo incontro, ricordando che «è molto importante celebrare il rinnovarsi della tradizione di questo incontro ai piedi del Campidoglio». Ha quindi espresso la gratitudine della città per «l’affetto che nutre per Roma, del quale le siamo profondamente grati e che ricambiamo con tutta la generosità di cui, lo ha potuto vedere in questi giorni, è capace la nostra città».
Gualtieri ha poi aggiunto: «Siamo felici che Roma sia ora la sua città, e le porgiamo gli auguri più intensi e sinceri per la sua nuova missione. Noi abbiamo un grande desiderio di camminare insieme. Sia certo che noi e tutta la città di Roma saremo suoi alleati».
Pace, giustizia e inclusione al centro del cammino condiviso
Il sindaco ha ribadito il valore universale della pace come vocazione fondante della Capitale: «La pace è la più forte vocazione universale di Roma. E proprio alla missione della pace, Santità, ha voluto dedicare le Sue prime parole al mondo». Ha poi ricordato le grandi sfide che Roma intende affrontare con coraggio: «Roma, Santità, sa di essere osservata, amata, visitata, studiata da ogni parte del mondo. Vuole diventare un laboratorio avanzato di sviluppo civile, capace di proporre al mondo soluzioni alle nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro».
Nel suo intervento, Gualtieri ha sottolineato l’impegno della città per le periferie urbane e sociali: «Roma è oggi una città impegnata a curare i suoi mali, in primo luogo occupandosi della condizione di sofferenza che vivono le tante periferie». E ha concluso: «In questo sforzo sappiamo che la Chiesa, con il suo Vescovo, cammina accanto a noi».
Il Giubileo della Speranza e le sfide condivise
Il primo cittadino ha poi parlato del Giubileo della Speranza come occasione per rinnovare l’identità di Roma, città globale, accogliente e solidale. «Abbiamo missioni importanti da affrontare insieme – ha detto – a partire dal Giubileo dei Giovani. Saremo pronti ad accogliere ragazze e ragazzi da tutto il mondo e a portare a termine i cantieri materiali e immateriali che renderanno Roma più giusta, sostenibile e inclusiva».
Papa Leone XIV, nel suo saluto finale, ha auspicato che «Roma si distingua sempre anche per quei valori di umanità e civiltà che attingono dal Vangelo la loro linfa vitale», tracciando così una linea di continuità tra il suo pontificato e l’impegno civico della Capitale.