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Tax credit, il Tar del Lazio rinvia la sentenza: sarà discussa l'8 luglio

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

L’obiettivo delle correzioni della riforma dell'ormai ex ministro Sangiuliano era di evitare che si reiterassero episodi di guadagno personale dagli incentivi. Ma questo aveva prodotto delle storture causando una pioggia di proteste e ricorsi da parte dei lavoratori dello spettacolo

Ancora attesa per il settore audiovisivo italiano. La discussione di merito sui ricorsi presentati da un gruppo di produttori cinematografici contro la riforma del tax credit slitta all’8 luglio. Il Tar del Lazio ha infatti concesso oggi un «rinvio tecnico», su richiesta dei legali che hanno promosso cinque ricorsi collettivi. Lo ha fatto per dare tempo al ministero della Cultura di pubblicare il decreto correttivo che dovrebbe integrare o modificare quanto previsto dal contestato provvedimento varato nel 2024 dall’allora ministro Gennaro Sangiuliano.


La sentenza sul caso era inizialmente attesa per il 4 marzo, ma era stata posticipata al 27 maggio proprio per attendere sviluppi normativi. Ora, con il decreto correttivo in fase di valutazione presso la Ragioneria dello Stato, il Tar ha stabilito di aggiornare tutto all’udienza dell’8 luglio.


Tax credit, gli investimenti dedicati al cinema

La riforma della legge Franceschini del 2016, la prima in Italia ad introdurre degli incentivi per le produzioni, era stata annunciata lo scorso luglio, aveva introdotto nuove e più stringenti condizioni per l’accesso al credito d’imposta da parte delle imprese di produzione cinematografica e audiovisiva.


L’obiettivo delle correzioni dell'ormai ex ministro Sangiuliano era di evitare che si reiterassero episodi di guadagno personale dagli incentivi. Ma questo ha prodotto delle storture: nelle bozze si legge che per ottenere i finanziamenti bisogna avere, alla nascita, prima della realizzazione, un accordo con una primaria società di distribuzione. Questo significa escludere dai finanziamenti gran parte dei film indipendenti che non avrebbe più possibilità di accedere agli incentivi statali.


Tra i punti più controversi, anche l’obbligo di dimostrare la disponibilità di almeno il 40 per cento di capitali privati già al momento della richiesta del tax credit, che sarebbe l'aliquota del credito d’imposta ovvero la percentuale delle spese ammissibili che, in termini generali, un'impresa può recuperare sotto forma di credito fiscale.


Un investimento minimo in promozione che varia tra i 90mila e i 300mila euro, e un numero minimo di proiezioni in un determinato numero di sale nelle prime quattro settimane di uscita del film.




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