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Fregene, Stefania Camboni trovata senza vita in casa: fermata la nuora per omicidio volontario

  • Immagine del redattore: Rebecca Manganaro
    Rebecca Manganaro
  • 3 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Il corpo della 58enne scoperto dal figlio nella villetta di via Agropoli. La compagna dell’uomo, Giada Crescenzi, fermata dopo ore di interrogatorio

Stefania Camboni
Stefania Camboni

Tre donne uccise in poche ore. Tre vite spezzate in un solo giorno, quello di giovedì 15 maggio, che entra con violenza nella tragica contabilità del femminicidio in Italia. Una strage che non conosce tregua. Due vittime nella provincia di Roma - a Fregene e Civitavecchia - e una a Prato di Correggio, nel Reggiano. Tre casi diversi, un unico denominatore: la violenza domestica. Due uomini sotto inchiesta, entrambi hanno ammesso le proprie responsabilità, mentre nel terzo caso - a Fregene - è una giovane donna ad essere finita in stato di fermo, accusata dell’omicidio della madre del compagno.


Stefania Camboni massacrata in casa, fermata la nuora

È stata uccisa nella sua villetta di via Agropoli, a due passi dal mare, nella quiete borghese di Fregene, Stefania Camboni, 58 anni. Quindici coltellate al petto, una alla gola, il corpo coperto da cuscini e un lenzuolo. Una scena da incubo che ha spinto i carabinieri ad escludere da subito l’ipotesi della rapina. Nella tarda serata di ieri, dopo ore di interrogatorio nella caserma del gruppo carabinieri di Ostia, è scattato il fermo per Giada Crescenzi, 29 anni, compagna del figlio della vittima, Francesco Violoni, una guardia giurata.


La coppia viveva da circa un mese nella casa della madre. Secondo quanto ricostruito, Francesco ha dato l’allarme alle 7 del mattino, quando è rientrato a casa e ha trovato la madre ormai senza vita. La compagna, che dormiva in un’altra stanza, ha dichiarato di non essersi accorta di nulla perché aveva preso un sonnifero e indossava tappi per le orecchie.


Un omicidio con premeditazione?

«Quello che è successo è atroce. È stato un omicidio brutale, avvenuto nel sonno e con premeditazione», afferma Massimiliano Gabrielli, avvocato della famiglia Camboni. «Non c’erano tensioni apparenti, la signora viveva in modo riservato e i figli le erano vicini. Escludiamo il movente del furto, in casa non c’era nulla di valore e non mancherebbe nulla».


E in effetti, gli elementi raccolti finora fanno vacillare l’ipotesi di una rapina. Non ci sono segni di effrazione, nessun oggetto rubato, né denaro sparito. Il cane della vittima non ha abbaiato, segno che l’assassino poteva essere qualcuno di famiglia o comunque conosciuto. La casa è stata trovata a soqquadro, ma gli inquirenti sospettano una messa in scena. La Hyundai Tucson della donna è stata rinvenuta in una cunetta poco distante, con il finestrino lato guida abbassato e una rete metallica divelta, come se qualcuno avesse inscenato una fuga o un tentativo di furto. Il portafoglio è stato ritrovato nei cespugli davanti alla casa.


Una vita segnata dal dolore

Stefania Camboni era rimasta vedova nel 2020, suo marito Giorgio Violoni, ex calciatore delle giovanili della Lazio, era morto durante la pandemia. Un lutto che l’aveva profondamente segnata. Negli ultimi anni, secondo alcuni conoscenti, aveva affrontato gravi difficoltà economiche e familiari, e i rapporti con i figli si erano incrinati.


Un messaggio lasciato sui social poche ore prima della tragedia suona oggi come un sinistro presagio: «Quando cercate di ferirmi, ricordatevi che ho visto chiudere una bara con la persona più importante della mia vita».


Civitavecchia e Reggio Emilia, due uomini confessano

Nel frattempo, altre due donne sono state uccise. A Civitavecchia, il corpo senza vita di una donna è stato rinvenuto nell’appartamento in cui viveva con il compagno, ora sotto inchiesta. A Prato di Correggio, in provincia di Reggio Emilia, un altro femminicidio. Dopo due ore di interrogatorio, l’uomo ha confessato l’omicidio.

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