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Docufilm e dialogo globale su Haiti: l’isola protagonista a Trastevere con «Figli di Haiti»

  • Immagine del redattore:  Redazione La Capitale
    Redazione La Capitale
  • 1 giorno fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel cuore di Roma, un evento per accendere i riflettori sulla crisi dimenticata dell’isola caraibica. In programma la visione del docufilm di Alessandro Galassi e due tavole rotonde con esperti, missionari e testimoni

figli di haiti documentario

Oggi, martedì 13 maggio, alle ore 18.00, presso la Sala Pio XI della Pontificia Commissione per l’America Latina (piazza San Callisto 16, Città del Vaticano), si tiene l’incontro pubblico «Figli di Haiti», promosso dalla Fondazione Avvenire.


L’evento si inserisce nell’ambito della campagna editoriale e solidale avviata nei mesi scorsi per raccontare – e sostenere concretamente – una delle crisi più drammatiche e dimenticate del nostro tempo.


Il programma: parole e immagini per raccontare l’isola ferita

La serata sarà introdotta dai saluti del direttore di Avvenire Marco Girardo e moderata dalla giornalista Lucia Capuzzi.


Il primo panel, intitolato «L’Haiti invisibile», vedrà la partecipazione di:


  • Prof.ssa Emilce Cuda, segretaria della Pontificia Commissione per l’America Latina;

  • Padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per la cooperazione missionaria tra le Chiese della diocesi di Roma;

  • Chiara Montaldo, epidemiologa di Medici Senza Frontiere.


A seguire, la proiezione del docufilm «Figli di Haiti» di Alessandro Galassi (qui il trailer), un’opera intensa che, attraverso immagini di grande forza visiva, dà voce ai bambini e agli adolescenti travolti dalla violenza che devasta l’isola.


Il secondo panel, «Haiti come sfida comune», vedrà il confronto tra:


  • Marco Girardo, direttore di Avvenire;

  • Alessandro Galassi, regista del docufilm;

  • Stella Jean, stilista italo-haitiana e Goodwill Ambassador delle Nazioni Unite.

Il progetto «Figli di Haiti»: raccontare e ricostruire

L’iniziativa, lanciata da Avvenire nei mesi scorsi, è un progetto multipiattaforma che ha previsto finora la pubblicazione di articoli, reportage e interviste, sia sulla carta che sul sito del quotidiano. A ciò si sono affiancati un podcast e una mostra fotografica, mentre il docufilm è stato proiettato in scuole, festival e contesti educativi su tutto il territorio nazionale.


Il cuore della campagna è raccontare Haiti oltre gli stereotipi, andando oltre l’immagine di un’isola abbandonata alla violenza. Il progetto nasce infatti dalla volontà di ribaltare il paradigma dell’“isola perduta”, mostrando le storie di chi resiste, costruisce, sogna.


Come ha ricordato Marco Girardo, «questo frammento di isola ci riguarda, ne siamo un po’ tutti figli. Haiti è oggi il paradigma dell’impotenza della comunità internazionale. Ma sciogliere il nodo haitiano è possibile, e sarebbe una prova di credibilità e di vera diplomazia».


Un impegno concreto: sostenere l’istruzione

Accanto all’attività giornalistica e culturale, la Fondazione Avvenire ha promosso anche un progetto solidale: raccogliere fondi per garantire l’accesso all’istruzione ai bambini ospitati dalla Maison des Anges, un orfanotrofio profugo costretto a trasferirsi nell’Artibonite dopo che il suo quartiere è stato devastato dalle gang armate.


«Con questo progetto vogliamo illuminare una crisi dimenticata, ma anche promuovere un’iniziativa concreta che parte da ciò che c’è di più prezioso nei processi di rigenerazione: il diritto all’istruzione, che ad Haiti oggi è negato», ha commentato il direttore del giornale.

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