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Caso Cucchi, lunedì si torna in aula. La sorella: «Verità e giustizia per Stefano, per tutti»

  • Immagine del redattore: Anita Armenise
    Anita Armenise
  • 23 mag
  • Tempo di lettura: 2 min

Lunedì, presso la Corte d’Appello, si riapre uno dei capitoli più complessi e dolorosi della recente storia giudiziaria italiana


«Una giornata di verità. Per Sté, per noi. E per tutti quelli che non ne possono più di indagini sbagliate, compromesse, depistate.» È con queste parole che la senatrice dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Ilaria Cucchi, ha annunciato sui social il ritorno in aula del processo Cucchi-ter per la morte del fratello Stefano Cucchi, scomparso il 22 ottobre 2009 dopo un fermo per droga. La corte d’Appello si pronuncerà sui membri dell’arma già condannati, in primo grado, per avere depistato le indagini.


Infatti il 7 aprile 2022 erano stati condannati tutti gli otto carabinieri imputati per il depistaggio: a 5 anni il generale Alessandro Casarsa, 4 anni per Francesco Cavallo e Luciano Soligo, 2 anni e mezzo per Luca De Cianni, un anno e 9 mesi per Tiziano Testarmata, un anno e 3 mesi per Francesco Di Sano, un anno e tre mesi per Lorenzo Sabatino e un anno e nove mesi per Massimiliano Colombo Labriola. Mentre oggi si è aperta nelle aule di giustizia la requisitoria del pm Giovanni Musarò sul Cucchi-quater.


Caso Cucchi, le responsabilità oltre la violenza fisica

Lunedì, presso la Corte d’Appello, si riapre uno dei capitoli più complessi e dolorosi della recente storia giudiziaria italiana: il procedimento che vede imputati alti ufficiali dell’arma dei carabinieri, già condannati in primo grado per depistaggio delle indagini. Un processo che punta il dito contro quella che Ilaria Cucchi definisce «la catena di comando», ovvero i livelli superiori delle gerarchie militari accusati di aver contribuito a nascondere la verità su quanto accaduto a Stefano Cucchi.


Nel suo messaggio la senatrice ripercorre i sedici anni di battaglie civili e legali, in cui la sua famiglia non ha mai smesso di chiedere giustizia. «Saremo insieme lì, nuovamente davanti a quella scritta: “La legge è uguale per tutti” – scrive – Pensando a tutta la sofferenza che, in questi sedici anni, è stata inflitta a una famiglia che, nonostante tutto, non ha mai smesso di credere a quelle parole».


Una battaglia per la memoria collettiva

In un clima in cui si moltiplicano i casi di cronaca legati a errori giudiziari, processi da rifare e possibili depistaggi, la vicenda Cucchi torna a farsi simbolo di una giustizia lenta e dolorosa, ma anche della tenacia di chi crede ancora nello Stato di diritto. «Casi su casi, che continuano a raccontare l’Italia. Le sue ombre di ieri, le sue verità di oggi; i non detti di sempre. Come cambia nel tempo. E come, purtroppo, rimane troppo spesso uguale a sé stessa», scrive la senatrice, offrendo una riflessione che va ben oltre la storia personale e familiare.


La nuova udienza rappresenta quindi un altro momento cruciale per fare chiarezza su una vicenda che ha profondamente segnato l’opinione pubblica e il rapporto tra cittadini e istituzioni. Per Ilaria Cucchi, «superstite di giustizia», non è solo un appuntamento processuale, ma l’ennesima prova di resistenza civile e affetto verso un fratello morto troppo presto e nel peggiore dei modi. Lunedì in aula sarà ancora una volta il tempo della verità. E della memoria.

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