Case Ater, rischio sfratto per oltre 100 famiglie: spiraglio in Regione ma il destino degli inquilini rimane incerto
- Titty Santoriello Indiano
- 2 giorni fa
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Audizione degli inquilini di via Pincherle e via dei Colli Portuensi in commissione Urbanistica alla Pisana. Con loro ci sono anche i presidenti dei municipi VIII e XII, Amedeo Ciaccheri ed Elio Tomassetti oltre al consigliere capitolino Yuri Trombetti. La risposta dell'assessore regionale Pasquale Ciacciarelli: «Chiedo all'Ater la sospensione delle procedure di vendita nelle more di un tavolo tecnico con il Comune»

Dal 18 marzo non dormono più i residenti delle case Ater di via Pincherle e via dei Colli Portuensi. In questa data, l'Ater ha inviato una lettera comunicando la decisione di vendere le case dove vivono da decenni ma la maggior parte di loro, tra cui anziani, malati e disabili, non può permettersi di acquistarle. Dopo settimane di mobilitazione in VIII e in XII municipio, una mozione in Campidoglio e una petizione, nel pomeriggio di lunedì 12 maggio gli inquilini sono stati ascoltati dalla commissione Urbanistica alla Pisana dove, dopo oltre due mesi, si è aperto uno spiraglio anche se la risoluzione appare ancora lontana: la regione Lazio, nelle prossime ore, chiederà all'azienda per l'Edilizia residenziale pubblica di Roma una sospensione delle procedure di vendita in attesa di istituire un tavolo per la risoluzione delle questione.
«La lettera? Un atto di guerra»
I residenti, però, avrebbero voluto un vero e proprio «passo indietro» dall'Ater e dalla regione, come lo ha chiamato in commissione Angelo Fascetti dell'associazione Inquilini e abitanti. «Siamo diventati un problema contabile», ha aggiunto Roberta Cecili, portavoce dei residenti di via Pincherle. «Non vedo differenza tra un'agenzia immobiliare come Gabetti e l'Ater che vuole vendere le case dove abitiamo a un prezzo di mercato», senza considerare che «l'età media dei residenti è di 70 anni». Quella lettera «è un atto di guerra», ha affermato.
«Dietro i numeri ci sono donne, uomini, famiglie, persone in carne ed ossa che vivono, come tutte, la quotidianità tra mille problemi», ha detto Giuseppe Andreocci, uno degli inquilini di via dei Colli Portuensi che paga all'Ater 900 euro di affitto e guadagna 1600 euro di pensione. «Salute, lavoro e casa sono le tre colonne su cui si regge la famiglia. Di questi pilastri la lettera dell’Ater ne ha demolito uno: la casa».

«Se servirà, il Comune metterà dei soldi»
«La volontà di fermare l’efficacia di questa procedura (di vendita, ndr) è trasversale», ha dichiarato il consigliere regionale Massimiliano Valeriani (Pd) durante la commissione presieduta dalla consigliera Laura Corrotti (Fdi) .«Gli inquilini che possono, acquisteranno l'alloggio, gli altri non devono essere cacciati di casa», ha aggiunto. «Questa è una vendita selvaggia», ha detto il consigliere capitolino Yuri Trombetti, presidente della commissione Patrimonio e politiche abitative. «Bisogna fermare il piano di vendita e se servirà il comune metterà dei soldi», ha annunciato. D'altro canto «bisogna dare una certezza agli inquilini e superare in maniera definitiva la questione», ha aggiunto il consigliere regionale Claudio Marotta (Sce).
I municipi: «Stop alla vendita e contratti regolari»
Da settimane i presidenti dei municipi coinvolti, seguono la vicenda «con apprensione».
«Siamo qui a rappresentare la richiesta di una sospensiva», rispetto alla volontà di vendere gli appartamenti ma «vogliamo fare anche un passo in avanti», ha detto il presidente dell'VIII municipio Amedeo Ciaccheri. «Queste famiglie vivono una situazione di precarietà abitativa perché da 16 anni non è stato regolarizzato il loro stato di inquilini».
Infatti delle 106 famiglie di via Pincherle soltanto 7 hanno un regolare contratto di affitto. Tutte le altre persone, comprese quelle dei 16 nuclei abitativi dei Colli Portuensi, sono considerati «occupanti senza titolo». Ecco perché, ha ribadito Ciaccheri «c'è la necessità urgente di regolarizzazione» con un contratto di locazione.
«Le modalità di questa operazione amministrativa rischiamo di creare una ferita sociale nel territorio», ha aggiunto il presidente del XII municipio Elio Tomassetti. «Parliamo di persone che risiedono dagli anni 60-70 in questo territorio e hanno creato il quartiere dove oggi abitano. Si tratta di diritto alla casa ma anche del diritto a vivere dove hanno trascorso tutta la loro vita».

Inoltre i tempi che sono stati proposti per comprare gli appartamenti «sono oggettivamente irricevibili anche qualora si avesse la disponibilità economica di acquistare le case dove, oltretutto, non ci sono neanche tutte le carte in regola». Quindi la richiesta del presidente: «fermiamoci un attimo, sospendiamo la procedura e lasciamo tornare a casa gli inquilini con più tranquillità visto che non dormono da tempo».
La risposta della regione
«Ho voluto prima ascoltare», ha dichiarato l'assessore alle Politiche abitative Pasquale Ciacciarelli dopo quasi due ore di commissione.
«Convocherò un tavolo istituzionale con i vertici dell’Ater, gli uffici e il comune di Roma per capire come procedere e quali soluzioni trovare». «Ci sono i fondi che ha annunciato il Comune e quelli che troverà la Regione per poter sostenere l’Ater: ci faremo tutti carico della situazione per trovare risorse. C’è la volontà di risolvere questo problema». Inoltre Ciacciarelli formalizzerà «nelle prossime ore» una lettera all'Ater per chiedere «la sospensione» delle procedure di vendita «nelle more del tavolo tecnico».
«Sono pronto ad accettare ogni tipo di soluzione, anche una proroga in tempi brevissimi, purché si tenga conto delle criticità di Ater», ha detto, poi, il commissario Ater Orazio Campo ricordando, nel contempo, la necessità di occuparsi del risanamento economico e finanziario dell'azienda.
Una questione che finirà al tavolo inter istituzionale insieme a quella del destino degli inquilini.