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Ad un anno dalla scomparsa di Andrea Purgatori: una vita tra risate e inchieste

  • Edoardo Iacolucci
  • 19 lug 2024
  • Tempo di lettura: 3 min

La vita del giornalista a metà tra comicità e inchieste. Inchieste e indagini continuate anche dopo la morte che si sarebbe potuta evitare.

Andrea Purgatori e Corrado Guzzanti (Ig: Guzzanti)
Andrea Purgatori e Corrado Guzzanti (Ig: Guzzanti)

«Un anno senza Andrea». Uno dei suoi migliori amici e colleghi, Corrado Guzzanti, lo ricorda così con una bella foto di lui e Andrea Purgatori concentrati su uno dei loro divertenti scambi di battute scritti su un foglio. Insieme a Corrado Guzzanti, Andrea Purgatori aveva dato vita a tanti e meravigliosi show: dal Caso Scafroglia su Rai tre al film Fascisti su Marte fino ad Aniene, andato in onda su Sky. Purgatori è stato autore, attore e una divertente voce fuori campo. In Boris vestiva perfettamente i panni dell'avvocato Kalenzuc, legale, temuto quanto rispettato, della "fija de Mazinga" (l'attrice Eugenia Costantini).


Andrea Purgatori però è stato sopratutto un giornalista, anzi un cronista, per la precisione. Per 26 anni inviato del Corriere della Sera. E le sue inchieste, sul Vaticano, sulle stragi di Mafia e soprattutto su Ustica, continuate dalla carta stampata ai programmi tv, gli concedono a pieno titolo un posto tra i migliori giornalisti investigativi del nostro tempo. Purgatori amava investigare, scoprire il faro di luce lì dove era più coperto, da strati di interessi, menzogne e polvere.


L'inchiesta sulla morte di Andrea Purgatori

Come nella vita professione, anche nella sua morte improvvisa, al centro c'è un da investigare e c'è un'inchiesta.

Un’endocardite infettiva che si sarebbe potuta curare - emerge dalla perizia della procura di Roma -, «con una efficace cura antibiotica». Scrivono così i medici legali, incaricati dai Pm del Tribunale capitolino, per capire se ci siano state negligenze o sviste dei medici che lo hanno avuto in cura. E secondo i periti, i medici della casa di cura Villa Margherita di Roma, fecero molti fatali errori. Come quello della diagnosi delle metastasi al cervello, che l'autopsia ha stabilito non esserci al momento del decesso. Ora quello che appare certo è che per salvare la vita, o comunque spostarla molto ad li là nel tempo ad Andrea Purgatori, sarebbe bastata una adeguata terapia antibiotica.


I suoi familiari hanno infatti sin da subito ha capito che qualcosa non andava e non hanno smesso di cercare la verità: «La diagnosi iniziale del maggio 2023 del prof. Gianfranco Gualdi del dott. Di Biasi e della dott.ssa Colaiacono di numerose metastasi celebrali era errata - hanno scritto poi in una nota -, come è risultato senza incertezze dall’indagine autoptica. L’errata diagnosi - aggiungono -, fu reiterata nonostante i continui e gravi episodi ischemici». Un errore che ha sia «sviato il percorso terapeutico della reale patologia - ed inoltre precisano i familiari -, ha avuto conseguenze gravissime, avendo condotto ad immediate ed importanti cure radio terapiche su tutto l’encefalo alla massima potenza e intensità».


In estrema sintesi, ha accertato quindi la perizia, «il giornalista, pur affetto da tumore polmonare in metastasi, è deceduto per le conseguenze di una endocardite infettiva che ha indotto nel paziente una diffusa embolizzazione sistemica. Tale patologia non è stata individuata in tempo utile - viene precisato -, per poter avviare tempestivamente le cure idonee, e proprio in relazione alla sua omessa e comunque tardiva diagnosi».


L'omaggio ad Andrea Purgatori a Bologna, nel Museo per Ustica e su La7 con «Borsellino e le stragi»

Purgatori ha dedicato buona parte della sua vita all'inchiesta sulla strage di Ustica: oggi la rassegna «Attorno al Museo» di Bologna lo ricorda al parco della Zucca, proprio lì dove sorge il museo della strage del Dc9 Itavia, con un concerto di Francesco Cafiso e Alessandro Lanzoni, in collaborazione con il Bologna Jazz Festival: «L'importanza di Andrea - sottolinea Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime della Strage di Ustica è quella di aver saputo mantenere il dubbio, il tarlo, e cercato in tutti i modi di fare emergere la verità». Sui mattoni del «Muretto di Andrea» è posto un codice "qr" con cui è possibile accedere a tutti i suoi articoli relativi alla strage pubblicati sul Corriere della Sera, e raccolti nell'archivio a lui dedicato.


Stasera, sulla rete su cui Purgatori conduceva il suo programma «Atlantide», il direttore della rete, Andrea Salerno, ha deciso di mandare in onda una prima serata intitolata «Borsellino e le stragi». L’inchiesta televisiva che Andrea Purgatori ha realizzato nel maggio 2023, poche settimane prima della sua morte, concludendo un lavoro decennale sulle stragi avvenute tra il 1992 e il 1993.

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