Sono stati i carabinieri della stazione di Porta Portese, ad arrestare i due uomini, un 32enne originario della provincia di Cosenza e un 30enne napoletano accusati di aver messo in atto una serie di truffe ai danni di anziani, con un bottino stimato intorno ai 50mila euro.
Il modus operandi: finti nipoti e finti avvocati
Secondo quanto emerso dalle indagini, i due agivano in concorso con altri complici non ancora identificati, utilizzando un collaudato schema truffaldino. Le vittime, tutte persone anziane e spesso affette da patologie o in condizioni fisiche precarie, venivano contattate al telefono da individui che si spacciavano per nipoti in difficoltà economiche o coinvolti in incidenti stradali.
In altri casi, i truffatori si presentavano come avvocati o rappresentanti delle forze dell’ordine, riuscendo così a ottenere la fiducia delle vittime e a introdursi nelle loro abitazioni.
Una volta dentro casa, i malviventi si facevano consegnare somme di denaro e gioielli, sfruttando la vulnerabilità emotiva e fisica degli anziani. Le indagini, avviate dopo diverse denunce, hanno permesso ai carabinieri di raccogliere gravi elementi indiziari grazie all’analisi del traffico telefonico e telematico, oltre all’esame delle immagini di videosorveglianza.
Gli arresti: uno in carcere, l’altro ai domiciliari
Il 14 ottobre scorso, con il supporto dei carabinieri della stazione di Cariati (Cosenza), è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma. Il 32enne cosentino è stato posto agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, mentre il 30enne napoletano è stato condotto in carcere.
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