Roma, 4 dicembre 2025
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Sparatoria al Fiesta, parla il legale: «Provvedimento eccessivo, agiremo contro la revoca»

Il Fiesta è stato chiuso per motivi di sicurezza pubblica. Ma la proprietà – attraverso il suo legale – contesta anche il quadro in cui è maturato il provvedimento

di Anita ArmeniseULTIMO AGGIORNAMENTO 4 mesi fa - TEMPO DI LETTURA 2'

Non ci sta la difesa del Fiesta, lo storico locale di via delle Tre Fontane, all’Eur, finito al centro delle cronache dopo una sparatoria avvenuta nella notte tra il 24 e il 25 luglio. In un’intervista a La Capitale, l’avvocato del proprietario del locale ha contestato la revoca della licenza disposta dalla questura di Roma, il legale Antonio Battaglia dello studio Battaglia & Arceri. «Dai video interni appare lampante una grossa difformità tra quanto ripreso e quanto riportato nel decreto di revoca - è la posizione espressa - e mostra quanto il provvedimento che abbiamo già impugnato sia contraddistinto da eccesso di potere e travisamento ingiustificato dei fatti a solo discapito del Fiesta».

L’avvocato ha chiarito che l’aggressore, degenerata dopo una lite nata all’interno del locale, era stato allontanato in modo pacifico, accompagnato dai buttafuori fino alla sua auto, senza alcun atto di forza o parola fuori posto.

Eppure, secondo quanto ricostruito, è tornato armato poco dopo, aprendo il fuoco con l’intento deliberato di colpire. Un comportamento che, secondo la difesa, nulla ha a che vedere con la gestione interna del locale. Da qui il ricorso già presentato, con richiesta d’urgenza per sospendere la revoca e permettere la riapertura entro la fine della stagione estiva.

L’autore del gesto – secondo quanto emerso – sarebbe un uomo residente a Ostia, con precedenti penali. Dopo la sparatoria è fuggito a bordo di un’auto insieme a un complice, già identificato dalla Polizia. Per il fuggitivo l’accusa è pesantissima: tentato omicidio in concorso.

Il movente: un alterco degenerato

All’origine della sparatoria ci sarebbe stato un litigio banale tra il giovane e un altro cliente, all’interno del locale. I buttafuori sono intervenuti e hanno allontanato il ragazzo senza usare violenza. È quanto sottolinea la difesa del locale che parla dei minuti che precedono quelli mostrati dai video che circolano che mostrano sette minuti di accompagnamento tranquillo, senza reazioni anomale da parte del personale, ci tiene a sottolineare l’avvocato.

Il locale sotto accusa, ma la difesa attacca: «Condanniamo il gesto. Ma paghiamo per colpe non nostre»

Il Fiesta è stato chiuso per motivi di sicurezza pubblica. Ma la proprietà – attraverso il suo legale – contesta anche il quadro in cui è maturato il provvedimento. Da oltre un anno e mezzo, ricorda l’avvocato, il locale non gode più della presenza di un presidio fisso delle forze dell’ordine all’esterno, nonostante un protocollo d’intesa stipulato con l’ente Eur.

Secondo la difesa, è eccessivo attribuire la responsabilità di ciò che accade all’esterno del locale – o addirittura a distanza di ore – alla gestione interna. Viene citata, ad esempio, una precedente sospensione della licenza disposta per una rapina avvenuta due ore dopo la chiusura, alle cinque del mattino. O un altro episodio in cui un’aggressione con oggetti taglienti si è verificata durante il deflusso, quando il personale del locale non era più coinvolto.

«Condanniamo senza riserve il gesto – dice il legale – ma il provvedimento è sproporzionato rispetto al comportamento irreprensibile della sorveglianza. I nostri buttafuori hanno rispettato tutte le linee guida ministeriali e le direttive etiche dell’Eur».

Una zona difficile: «La responsabilità è più ampia»

Il proprietario, riferisce ancora l’avvocato, è rimasto sconvolto dal gesto violento e condanna quanto accaduto. Ma è altrettanto convinto che non si possa scaricare sul locale una responsabilità più ampia, legata a una zona – quella dell’Eur – in cui gli episodi di criminalità sono frequenti. «Proprio ieri – ricorda il legale – una ragazza è stata colpita per errore da una raffica di proiettili in un altro quartiere. È chiaro che il problema è di ordine pubblico, non solo di licenze».

Il ricorso è stato presentato e ora si attende una decisione d’urgenza. Nel frattempo, gli investigatori proseguono le indagini per rintracciare l’aggressore e chiarire tutti i contorni di un episodio che ha riacceso il dibattito sulla sicurezza della movida romana.

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