
Il corteo studentesco è partito da Piramide, dove circa un migliaio di ragazzi hanno dato il via alla mobilitazione nazionale. In testa lo striscione verde «Giustizia climatica adesso. Contro il governo del riarmo», seguito dai collettivi Osa, Cambiare Rotta e dai giovani di Fridays for Future.
Prima della partenza alcuni manifestanti hanno bruciato cartelli raffiguranti aggressioni di estrema destra, richiamanti simboli nazifascisti. Nel corteo spiccano anche maschere con il volto della premier Meloni, ritratta con un fez fascista e una croce rossa in bocca; sul cappello il logo di Fratelli d’Italia è trasformato in «Fratelli di Israele». Uno striscione ricorda l’operaio Octav Stroici, morto nel crollo della Torre dei Conti: «Di lavoro non si può morire». Il percorso attraverserà via Marmorata, piazza dell’Emporio, Ponte Sublicio, via di Porta Portese e via Induno fino al ministero dell’Istruzione in viale Trastevere.
È una giornata di mobilitazione diffusa in tutta Italia, segnata dallo sciopero degli studenti e da interruzioni nel trasporto pubblico locale e aereo. Cortei, presidi e assemblee sono stati organizzati a Roma in più di 50 città, con una partecipazione ampia che unisce scuole, università e gruppi giovanili.
A Roma lo sciopero del trasporto pubblico locale, proclamato per l’intera giornata, sta provocando forti riduzioni di servizio. Le fasce interessate vanno dalle 8.30 alle 17.00 e dalle 20.00 a fine servizio. Le stazioni della metropolitana restano aperte, ma le corse sulle linee A e B sono sensibilmente ridotte, mentre la linea C è al momento regolare. Rallentamenti anche sulla ferrovia Termini–Centocelle e sulle linee di superficie, dove Roma Servizi per la Mobilità segnala possibili ulteriori diminuzioni delle frequenze.
Situazione incerta anche a Udine, dove il TPL è considerato “a rischio”, mentre sul fronte del trasporto aereo ad incrociare le braccia sono i lavoratori di EasyJet e Volotea, con ripercussioni su diverse tratte nazionali.
Nella Capitale, già dalle prime ore della mattina, decine di studenti si sono riuniti in zona Piramide per il pre-concentramento del corteo romano del “No Meloni Day”. Tra striscioni e megafoni, gli studenti denunciano «tagli alla scuola pubblica» e definiscono «criminali» le nuove riforme dei ministri Valditara e Bernini.
Le rivendicazioni spaziano dal diritto allo studio al miglioramento degli edifici scolastici, fino alla richiesta di una educazione sessuale «seria e inclusiva», considerata urgente in un contesto definito dagli studenti «segnato da un aumento della violenza di genere».
Molti manifestanti sventolano anche kefiah e bandiere palestinesi, collegando il tema dell’istruzione ai fondi destinati al riarmo: «È indecente che manchino risorse per borse di studio e scuole sicure, mentre si finanzia il genocidio contro i gazawi», affermano alcuni giovani.
La rete Osa, Opposizione Studentesca d’Alternativa, è tra i principali promotori della giornata. «Blocchiamo scuole e università, riempiamo le piazze contro il Governo Meloni, per una nuova formazione, contro la scuola di Valditara e l’università della Bernini, per la Palestina libera, per un nuovo mondo!», dichiarano gli organizzatori, che oggi hanno mobilitato 35 piazze in tutta Italia.
Le iniziative di queste ore anticipano lo sciopero generale del 28 novembre e si inseriscono in un percorso di mobilitazione che proseguirà con due giornate di assemblea nazionale, previste per il 15 e 16 novembre a Bologna, Roma e Bari. «Saremo l’assemblea studentesca più grande del Paese – promettono gli attivisti – organizziamoci da tutta Italia».
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