
Roma guida la risalita tra le aree metropolitane con un avanzamento di 13 posizioni, piazzandosi al 46° posto su 107 province nell’edizione 2025 dell’indagine del Sole 24 Ore sulla qualità della vita. La Capitale è al quarto posto con la migliore variazione rispetto al 2024 di tutta Italia, sotto solo a Treviso (+18), Parma (+16) e Pescara (+15).
In miglioramento anche Genova, che sale di 11 gradini e si attesta al 43° posto, mentre Bologna e Milano registrano entrambi progressi rispetto all’anno precedente. Torino avanza di una posizione, collocandosi al 57° posto. La prima provincia del Mezzogiorno è Cagliari, che guadagna cinque posizioni e si piazza 39ª.
Le province di Trento e Bolzano registrano il più elevato livello di soddisfazione per la vita, con il 61,9% dei cittadini. Il primato di Trento rappresenta un ritorno in vetta: dal 1990 al 2024 conta due ori, tre argenti e nove bronzi.
Bolzano, già cinque volte prima, è spinta al secondo posto dai risultati in «Affari e lavoro» e da alcuni primati demografici, tra cui il quoziente di natalità: 8,4 nuovi nati ogni 1000 abitanti, contro i 6 della media nazionale. Al terzo posto si colloca Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e nella top 10 degli indicatori relativi ad «Ambiente e servizi».
Dei sei indicatori della classifica Roma raggiunge i migliori risultati in quelli dedicati ad "Affari e lavoro" (7°), "Cultura e tempo libero" (15°) e "Demografia e società" (16°).
Traina il miglioramento nella classifica generale l'indicatore su ricchezza e consumi per cui la Capitale guadagna ben 50 posizioni rispetto al 2024, posizionandosi al 54° posto. Tra i sottoindicatori che segnano i risultati migliori ci sono quelli riguardanti il reddito medio da pensione di vecchiaia (per cui la Capitale è prima in Italia secondo i dati Istat del 2024) e l'assorbimento del settore residenziale, ovvero la percentuale di metri quadri compravenduti su quelli offerti sul mercato (Scenari immobiliari, stima sul 2025).
Sempre nello stesso indicatore, si segnala il peggior risultato d'Italia in merito al dato sulla mensilità di stipendio per comprare casa, calcolato per 60 mq in zona semi centrale (elaborato su dati Scenari immobiliari e Istat, a ottobre 2025). Anche la disuguaglianza sul reddito netto è tra le peggiori della penisola.
Peggiora inoltre l'indicatore dedicato alla giustizia e alla sicurezza, posizionando la Capitale al 104° posto su 107 province (perdendo una posizione rispetto al 2024). Qui Roma infatti segna tra i peggiori risultati d'Italia in merito ai valori dedicati alle denunce per danneggiamenti, i reati legati agli stupefacenti, i furti con strappo e più in generale l'indice di criminalità (tutti valori calcolati in percentuale alla popolazione).
Dati che potrebbero avere un duplice significato: o si stanno effettuando tanti controlli e ci sono tante denunce, oppure la criminalità continua a essere molto florida in città. Certo è, almeno sempre secondo il report, che i cittadini non si sentono al sicuro, dato che la Capitale è anche tra gli ultimi posti d'Italia per la percezione d'insicurezza. Va male, infine, anche "l'indice di litigiosità" che pone Roma al 93esimo posto in tutta Italia.
Da sottolineare che tutti questi dati fanno riferimento al 2024, mentre i dati ufficiali sul 2025 (anno del Giubileo, del "decreto Quarticciolo" e delle zone rosse) saranno analizzati il prossimo anno.
La città cala infine di 22 posizioni nell'indicatore dedicato ad ambiente e servizi. Ultima in Italia per qualità della vita dei giovani, secondo un indice sintetico su 12 parametri elaborato dal quotidiano, Roma è anche tra le peggiori d'Italia nei valori percentuali della raccolta differenziata dei rifiuti urbani.
Vanno meglio, invece, i dati dedicati all'indice di salubrità dell'aria e densità di tutti gli impianti fotovoltaici (34°).
Per quanto riguarda i risultati a livello nazionale, si segnala come la top 10 sia interamente settentrionale, confermando il ruolo delle piccole province in diversi indicatori: Bergamo, vincitrice nel 2024, è ora quinta; seguono Treviso, Padova — che ritorna tra le prime nove dopo 30 anni — e Parma.
Ritornano tra le posizioni di vertice anche Bologna, quarta e in testa alla categoria «Demografia, società e salute», e Milano, ottava e prima per «Ricchezza e consumi» e «Affari e lavoro». Nel complesso, le città metropolitane mostrano un miglioramento generale rispetto all’edizione precedente, con le sole Bari e Catania in calo rispetto al 2024.
Nel Mezzogiorno la competizione resta più complessa: Cagliari è la prima provincia dell’area, al 39° posto. Seguono Bari al 67° posto, in calo di due posizioni, Messina al 91°, Catania al 96°, Palermo al 97°, Napoli al 104° e Reggio Calabria, ultima per il secondo anno consecutivo.
L’attrattività legata ad affari, studio e offerta culturale non riesce ancora a colmare i divari interni che rendono più esposte queste aree a forti disuguaglianze.
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