
Si è conclusa oggi la prima udienza del processo a carico di Mark Antony Samson, il giovane reo confesso dell’omicidio di Ilaria Sula, la ragazza scomparsa il 25 marzo scorso a Roma e ritrovata il 2 aprile senza vita all’interno di una valigia in un dirupo di Capranica Prenestina.
Durante l’udienza, che si svolge con rito immediato, sono state presentate sette richieste di costituzione di parte civile. A partire dai familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Giuseppe Sforza. «Il nostro ruolo sarà quello di sottoporre alla corte come sia stata spazzata via da questo gesto omicida una vita e un intero nucleo familiare, rappresentato dai genitori, dal fratello e dagli zii», ha dichiarato Sforza.
«Si è trattato di un evento terribile nella sua essenza e nella modalità. Il nostro compito sarà di sostegno al lavoro della Procura e di mostrare la realtà della distruzione totale di una vita e delle vite che porteranno questo peso per sempre».
Oltre ai familiari, hanno chiesto di costituirsi come parte civile anche l’Università La Sapienza, le associazioni Penelope Lazio, «Per Marta e per tutte», Associazione italiana vittime vulnerabili, Demetra e «Insieme a Marianna», impegnate nel contrasto alla violenza sulle donne.
L’imputato, accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, dai futili motivi e dalla relazione affettiva con la vittima, nonché di occultamento di cadavere, era presente in aula. Per tutta la durata dell’udienza, Samson ha mantenuto lo sguardo basso, senza mai incrociare quello dei familiari di Ilaria.
La prossima udienza è stata fissata per il 9 dicembre.
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