
Si riaccende il dibattito sull’elettrosmog. A far scattare l’allarme il dottor Giuseppe Teodoro, vicepresidente di Ecoland e consulente per gli enti locali in materia di infrastrutture di comunicazione elettronica e tutela dall’inquinamento elettromagnetico, che non usa mezzi termini: «Si è consumato l’ennesimo attacco ai principi della democrazia civica costituzionale».
Il riferimento è all’approvazione definitiva alla Camera del disegno di legge A.C. 2655, quello dedicato alla «semplificazione e digitalizzazione» dei procedimenti economici e dei servizi ai cittadini. Un titolo rassicurante, certo. Ma dietro le quinte, denuncia Teodoro, si nasconderebbe una «nefandezza». Perchè l’articolo 27 cancella, di fatto, l’obbligo per i Comuni di pubblicizzare le richieste di installazione di nuove antenne per la telefonia mobile.
Significa che gli operatori potranno presentare le loro istanze senza che queste vengano rese note ai cittadini. Significa che residenti, comitati, portatori di fragilità, come chi usa pacemaker o dispositivi elettromedicali, potranno non venire mai a conoscenza della futura installazione di un impianto vicino a casa.
Significa, soprattutto, tagliare fuori la cittadinanza da un passaggio che la legge, e la Corte Costituzionale, ha sempre ritenuto fondamentale.
Non è un dettaglio. Il Codice delle Comunicazioni elettroniche, all’articolo 44, lo dice chiaramente: «lo sportello locale competente provvede a pubblicizzare l’istanza».
Ed è proprio su questo punto che negli anni si sono concentrate diverse sentenze, dalla Corte Costituzionale al Consiglio di Stato, che hanno sempre sostenuto l’importanza della trasparenza e del coinvolgimento dei cittadini quando si parla di elettrosmog e urbanistica.
C’è poi il tema della tutela della salute. Le sentenze del Consiglio di Stato (2535/2023 e 8436/2023) ricordano che questa deve essere prioritaria rispetto agli interessi legati alla moltiplicazione degli impianti. E la pubblicità delle istanze serve proprio a questo. Permettere a chi vive accanto al punto in cui sorgerà l’antenna di segnalare possibili rischi o di chiedere una diversa localizzazione.
Oggi, tutto questo rischia di sparire. E secondo Teodoro, non è un caso.
Il comunicato parla senza giri di parole. Questo intervento normativo sarebbe il frutto della pressione di Telco e Tower Company, preoccupate dai tanti ricorsi vinti dai cittadini contro gli enti locali.
Ma nel mirino finisce anche l’ANCI e gli stessi Comuni, che – dice Teodoro – spesso hanno perso in tribunale per inettitudine e incompetenza.
Con la nuova norma, però, il problema verrebbe risolto… a scapito dei cittadini.
Secondo Ecoland, ci troviamo davanti a una norma che viola apertamente i principi costituzionali sulla partecipazione e la tutela del territorio. Una norma che, assicurano, verrà impugnata nelle sedi opportune. Con un appello finale, almeno questa volta, che le Regioni non si voltino dall'altra parte.
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