Uno striscione contro Antonio Tajani è comparso la scorsa notte a via Napoleone III. A firmarlo CasaPound Italia, che ha scelto di indirizzare il proprio messaggio al leader di Forza Italia e vicepresidente del Consiglio con la scritta: «Tajani antifascista, amico della Salis».
L’iniziativa arriva il giorno dopo la decisione della Commissione Affari Giuridici del Parlamento Europeo di respingere la richiesta di revoca dell’immunità all’eurodeputata di Avs, Ilaria Salis. Secondo CasaPound, il Partito Popolare Europeo – la stessa famiglia politica a cui appartiene Forza Italia – avrebbe avuto un ruolo determinante nel mantenere la tutela parlamentare della Salis.
In una nota, il movimento di estrema destra attacca duramente Tajani, accusandolo di aver assunto posizioni che avrebbero «minimizzato e quasi giustificato» l’attivista. Nel comunicato si parla di «complicità e connivenze dell’antifascismo» che andrebbero oltre i confini della sinistra, arrivando fino «ai palazzi del Parlamento Europeo e perfino all’interno del centrodestra».
CasaPound definisce inoltre «mafiosi» i metodi dell’antifascismo militante e denuncia un sistema «corrotto e marcio» che, a loro dire, garantirebbe impunità ad azioni violente.
Sulle accuse non sono mancate le reazioni politiche. Filiberto Zaratti, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, ha parlato di «odiosa provocazione» e ha espresso solidarietà al vicepresidente del Consiglio: «Dopo aver sparso tanto odio, CasaPound stavolta ha preso di mira anche lui: i liberali riflettano, magari iniziando a chiedere la chiusura di un luogo occupato abusivamente da questa organizzazione che promuove l’ideologia e le pratiche fasciste».
A difendere Tajani è intervenuto anche Raffaele Nevi, portavoce nazionale di Forza Italia, che ha bollato come «falsità totali» le accuse di CasaPound: «Tajani si è preso gli improperi della sinistra che lo accusava di non difendere la Salis dal governo ungherese e ora si prende le critiche da CasaPound? Significa che come al solito sta facendo bene, in modo equilibrato e coerente con i nostri principi ispiratori. Il Ppe non ha salvato la Salis e chi lo sostiene mente o ignora quello che è accaduto al Parlamento europeo».
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