Affitti, crescita più lenta nel 2025 ma Roma resta tra le città più care

Trovare casa in affitto a Roma resta una delle sfide più difficili per chi vive e lavora in città. Che si tratti di studenti, giovani coppie, lavoratori fuori sede o famiglie in cerca di stabilità, il 2025 non ha portato quel cambio di passo che molti speravano. I prezzi restano alti e, nonostante un rallentamento generale del mercato, nella Capitale la pressione sugli affitti continua a farsi sentire con forza, alimentando una tensione abitativa che ormai non è più emergenziale, ma strutturale.

I numeri lo confermano. Secondo l’ultimo report di idealista, nel 2025 i canoni di locazione in Italia sono cresciuti in media del 2,5%, con una frenata evidente nella parte finale dell’anno. A Roma, però, il trend è diverso: i canoni aumentano dell’8,3% su base annua, oltre tre volte la media nazionale. Un dato che racconta di un mercato ancora sotto forte stress, dove la domanda continua a superare l’offerta.

Il prezzo medio degli affitti in città raggiunge i 18,7 euro al metro quadro, collocando Roma tra i capoluoghi più cari d’Italia, alle spalle di Milano, Firenze e Venezia. Un livello che pesa soprattutto sui redditi medi e medio-bassi, rendendo sempre più complicato trovare una soluzione abitativa sostenibile senza allontanarsi dal centro o dai quartieri meglio collegati.

A incidere sono diversi fattori: la cronica scarsità di alloggi disponibili, la forte attrattività turistica, l’espansione degli affitti brevi e una domanda che resta elevata, alimentata da studenti, lavoratori temporanei e famiglie in mobilità. Anche quando il mercato nazionale mostra segnali di raffreddamento, Roma continua a correre, confermandosi un’eccezione più che la regola.

Il confronto con altre grandi città rende il quadro ancora più evidente. Milano, dopo anni di rialzi continui, chiude il 2025 con un calo dei canoni del 2,3%, pur restando la città più cara in assoluto. Bologna, Como e Massa registrano flessioni ancora più marcate. Roma, invece, prosegue la sua corsa, segno di un equilibrio che fatica a ricomporsi.

Secondo Vincenzo De Tommaso, responsabile dell’Ufficio Studi di idealista, il rallentamento generale è legato a una fase di normalizzazione dopo gli anni post-Covid, ma non tutte le città ne beneficiano allo stesso modo:
«Nel periodo successivo alla pandemia i canoni erano stati spinti dalle difficoltà di accesso all’acquisto della casa e dall’elevata inflazione. Nel 2025 queste spinte si sono attenuate, ma in mercati come Roma la domanda resta elevata e continua a sostenere i prezzi».

Il dinamismo romano emerge anche su scala provinciale. La provincia di Roma registra un aumento dei canoni del 12,5%, collocandosi tra le realtà più vivaci del Paese. Un dato che riflette non solo la situazione della città, ma anche quella dell’hinterland, sempre più chiamato ad assorbire chi non riesce più a permettersi un affitto entro il raccordo anulare.

Nel resto d’Italia il mercato appare più frammentato: alcune aree turistiche e montane continuano a crescere, mentre altre registrano cali significativi. Ma nella Capitale il problema resta tutto interno ai confini urbani e metropolitani, dove la disponibilità di case in affitto non riesce a tenere il passo con la domanda.

Il risultato è un mercato che rallenta solo in apparenza. A Roma la “normalizzazione” si traduce in prezzi ancora alti, margini di scelta ridotti e tempi di ricerca sempre più brevi. Un equilibrio instabile che, anche nel 2026, rischia di lasciare irrisolto il nodo centrale: garantire l’accesso alla casa in una città che continua ad attrarre, ma fatica a includere.