È morto Nino Benvenuti, leggenda della boxe italiana: campione a Roma e nel mondo
- Edoardo Iacolucci
- 19 ore fa
- Tempo di lettura: 3 min
Benvenuti cominciò a tirare i primi pugni a soli 13 anni, spinto dal padre, in una palestra improvvisata nella propria abitazione. Il punto di svolta arrivò a Roma, quando nel 1960 vinse l’oro alle Olimpiadi

È morto a Roma all’età di 87 anni Nino Benvenuti, simbolo dello sport italiano, campione olimpico ai Giochi di Roma del 1960 e protagonista di una carriera irripetibile nel pugilato mondiale.
Nato a Isola d’Istria il 26 aprile 1938, Benvenuti cominciò a tirare i primi pugni a soli 13 anni, spinto dal padre, in una palestra improvvisata nella propria abitazione. Dopo un percorso straordinario tra i dilettanti (108 vittorie su 109 incontri), il punto di svolta arrivò a Roma, quando nel 1960 conquistò la medaglia d’oro alle Olimpiadi nella categoria dei pesi welter.
Ma non solo: Benvenuti vinse anche la prestigiosa Coppa Val Barker, assegnata al pugile più tecnico del torneo. Un trionfo che lo proiettò immediatamente tra i grandi dello sport italiano e lo legò indissolubilmente alla Capitale, città che lo celebrò da subito come uno dei suoi figli adottivi più illustri.
Roma, cuore della sua carriera professionistica
Dopo i Giochi, Benvenuti entrò tra i professionisti e divenne rapidamente una star anche fuori dall’Italia. Roma rimane il centro della sua storia pugilistica, con incontri memorabili disputati al Palazzetto dello Sport e al Palaeur. Nella Capitale vinse e difese titoli nazionali e internazionali.
Tra cui i suoi successi più iconici quelli contro Sandro Mazzinghi, nella storica rivalità che infiammò l’Italia degli anni Sessanta.
L’epopea americana e le sfide con Griffith e Monzón
Negli Stati Uniti, dove affrontò e sconfisse il grande Emile Griffith al Madison Square Garden, Benvenuti portò alto il nome dell’Italia, diventando il primo pugile italiano a conquistare il titolo mondiale dei pesi medi oltreoceano.
La trilogia con Griffith tra il 1967 e il 1968 lo rese una leggenda anche a livello globale, mentre gli incontri drammatici con Carlos Monzón, nel 1970 e nel 1971, segnarono la fine della sua carriera sul ring.
Nel 1968 venne nominato Fighter of the Year dalla rivista Ring Magazine, mentre nel 1992 entrò nella International Boxing Hall of Fame, primo italiano ad ottenere questo onore.
Nino Benvenuti, la vita oltre i guantoni
Roma non fu solo teatro dei suoi trionfi, ma anche luogo della sua vita privata e, oggi, del suo addio. È nella Capitale che Benvenuti visse per decenni, dove svolse il servizio militare, dove si legò al mondo dello spettacolo e del giornalismo, e dove si è spento oggi, 20 maggio 2025, all’età di 87 anni.
Anche dopo il ritiro dal ring la sua carriera è continuata come attore, giornalista, opinionista sportivo e ambasciatore dello sport italiano.
Ha partecipato a trasmissioni televisive, film, e fu spesso volto simbolico di eventi legati al pugilato e alla cultura sportiva della Capitale.
Il ricordo del mondo dello sport: «Un faro per tutti noi»
La notizia della scomparsa ha colpito profondamente il mondo sportivo italiano. Patrizio Oliva, altro oro olimpico del pugilato italiano, lo ha definito «la mia luce, il mio faro, la mia fonte d’ispirazione».
«Quando vinsi il mio primo titolo a 17 anni, lui disse: "questo ragazzino sarà il mio erede"».
Anche i vertici di Sport e Salute, Marco Mezzaroma e Diego Nepi Molineris, lo hanno ricordato con commozione:
«Il suo spirito combattivo e il suo impegno hanno lasciato un segno indelebile nella storia. L’oro di Roma ’60 è impresso nei cuori di tutti noi».