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Petto nudo e saluti fascisti al Malpighi, la risposta «radicale e poetica» dell'Anpi Roma XII

  • Giacomo Zito
  • 7 ore fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Tanti i temi toccati dalla sezione in un lungo commento sull'immagine che ha creato non poco dibattito nelle chat e nei gruppi di quartiere (e non solo)

«Quando noi dell’ANPI del Municipio XII abbiamo visto la foto degli studenti del Malpighi, girata sulle chat e solo successivamente pubblicata da diversi quotidiani, prima ancora di indignarci o preoccuparci, ci siamo rimasti male».


Questo è l'incipit del lungo post apparso sulla pagina Facebook della sezione romana del XII Municipio dell'Associazione Nazionale Partigiani d' Italia, in merito alla foto apparsa alcuni giorni fa che ritrae un gruppo di studenti dell'istituto scolastico a via Silvestri 301 intenti a fare il saluto fascista per celebrare la fine dell'anno scolastico.


Tanti i temi toccati dalla sezione in un lungo commento sull'immagine che ha creato non poco dibattito nelle chat e nei gruppi di quartiere (e non solo).


L'immagine raffigura 31 maturandi in cui in 21 fanno il saluto fascista. Una provocazione per festeggiare la fine dell'anno su cui la preside Paola Virogoso è prontamente intervenuta, riaprendo gli scrutini già chiusi e abbassando a tutti il voto in condotta.


Le domande dell'Anpi

«Cosa non va?» è la prima domanda che i partigiani del XXI secolo si pongono rispetto a quegli studenti che «vivono in un quartiere non particolarmente periferico o disagiato, in un territorio ricco di storia cultura associazionismo, con una amministrazione sensibile ai temi della Memoria e della Resistenza».


La risposta viene lasciata in un primo momento volutamente aperta, anche se sui dubbi si costruiscono le prospettive e le attività che, secondo la suddetta sezione, dovrebbero partire dal fare leva sui sentimenti degli adolescenti, per convincerli ad allontanarsi da quella che definiscono il rischio di «una moda piena di retorica roboante».


Contro questo rischio quindi i membri dell'Anpi propongono un intervento diretto: «Noi adulti, noi educatori - si legge nel post - dobbiamo far leva sui loro sentimenti ricordando non solo la storia e nostra Costituzione, da dove vengono libertà e democrazia, ma anche a cosa corrisponde il neofascismo, a cosa si ispira».


Il messaggio si sposta quindi sulle modalità di contatto e convincimento nelle abitudini delle giovani generazioni: «Va tenuto presente che la cultura giovanile, che si nutre prevalentemente di social e si rafforza nel confronto fra i pari, subisce la crescente influenza di gruppi studenteschi, e non solo, di estrema destra, viene sedotta dai “cattivi maestri” (anche a livello più alto delle istituzioni) che tentano di riscrivere la storia, di negare le responsabilità del fascismo, di minimizzare i rischi di pericolose derive violente autoritarie e populiste».


Quale risposta? «Resistere, rifiutare»


Che fare, si chiede dunque la sezione romana dell'Anpi, di fronte a delle immagini proventi da potenziali cittadini del quartiere, lo stesso che ha subito per due anni consecutivi un pesante sfregio in uno dei luoghi simbolo della Resistenza Romana come Forte Bravetta?


Alla risposta viene affidata a Teju Cole, autore della raccolta «Carta Nera - Scrivere un tempi bui» che, nel saggio «Resistere, rifiutare» propone una risposta «radicale e poetica per sfidare politiche autoritarie e violente».


Così recita il saggio citato dall'Anpi di Cole:

«Propongo una resistenza che parta dal rifiuto: rifiutare una resistenza priva di coraggio, rifiutare di essere giudicati dai cinici, rifiutare il calcolo del male minore, rifiutare di riderci sopra, rifiutare di ignorare la condizione di chi viene imprigionato torturato e deportato, rifiutare il branco e, quando vi dicono che non potete rifiutare, rifiutate anche quello».

La fine del messaggio punta quindi a un cammino da seguire: «La via per la democrazia oggi richiede coraggio e capacità di opporsi, anche per i giovani».

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